Giustizia

I casi della Corte

I casi della Corte

Finalmente s’è interrotta la vergogna dei presidenti sveltina. Finalmente i preposti al giudizio di costituzionalità delle leggi si sono decisi a rispettare la Costituzione. Un bel passo in avanti, dopo una lunga serie di scivolate nella miseria della prosopopea e dell’arroganza. Alessandro Criscuolo, il nuovo presidente, ha davanti a sé tre anni di presidenza. Per la verità tre anni meno un giorno, perché giurò l’11 novembre del 2008, quindi decadrà quello stesso dì, nel 2017, essendo stato eletto il 12 gli mancherà un giorno. Un nulla, un’inezia, non ha importanza. C’è di che festeggiare, a parte l’immediata incontinenza sproloquiante sulla legge elettorale, sollecitando anche riforme costituzionali, con loquacità lontana dal ruolo che la Costituzione assegna alla Corte. Eppure c’è una (ulteriore) nota stonata, in tutto questo.

Facciamo due conti: Criscuolo è il presidente numero 39, la Costituzione prevede che i presidenti restino in carica 3 anni, quindi, considerato che il nuovo è appena stato eletto, se ne deduce che la Corte esiste da 114 anni. Vabbe’, può pure capitare che qualcuno trapassi prima, facciamo 100. Invece è lì da 58 anni, visto che tenne la sua prima udienza pubblica il 23 aprile del 1956. Ergo: la Corte ha lungamente violato la Costituzione. In tanti anni ne ho sentite di ogni colore, compresa quella che i tre anni sarebbero stati il limite massino. Qualsiasi analfabeta può andare a leggere il testo dell’articolo 135, ricavandone l’idea che i sostenitori di tale tesi non saranno analfabeti, ma fortemente indiziati d’essere imbroglioni. Per anni siamo stati solitari, nel denunciare tale sconcio. Da ultimo qualcun altro se n’è accorto e ha cominciato a dirlo. Con l’elezione di Criscuolo si pone fine allo scandalo. Molto bene. Però la cosa ha un retrogusto strano, qualcosa che lascia pensosi.

Vi dico perché: ci sono altri due giudici costituzionali che hanno anzianità di nomina superiore a quella del nuovo presidente, uno è Paolo Maria Napolitano (nessuna parentela con il Colle), l’altro Giuseppe Frigo. Aspettate, non sono diventato pazzo, non abbraccio il criterio dell’anzianità dopo averlo denunciato. Secondo l’andazzo fin qui vandalisticamente adottato il posto di presidente sarebbe toccato a Napolitano, che sarebbe decaduto fra nove mesi. Assai meno dei tre anni previsti, ma più di altre presidenze settimanali fin qui viste. Lo avessero eletto avrei gridato alla vergogna, come al solito. L’altro, però, Frigo, ha giurato il 23 ottobre 2008, sicché dura in carica appena 18 giorni meno di Criscuolo. Per fare 3 anni, insomma, a Criscuolo manca un giorno e a Frigo 19. Sapete cosa lascia quello strano sapore? Il fatto che Napolitano e Frigo siano i due giudici eletti dal Parlamento e indicati dal centro destra. Tu guarda i casi della vita, la vergogna si cancella quando avrebbe portato alla presidenza un “diverso”. Tu riguarda il caso, quei 19 giorni mancanti ai tre anni diventano ostativi, dopo avere eletto presidenti in carica per due settimane e mezzo.

E siccome i dettagli è meglio non perderseli, sta di fatto che quei due non diventano neanche vice presidenti, ma il posto che era unico diventano due, assegnati a Giorgio Lattanzi e Marta Cartabia. Il primo eletto dalla cassazione, la seconda nominata dal presidente della Repubblica. Né si può dire che siano stati scelti sulla base del fatto che potranno poi essere presidenti, perché al primo non resterebbe il tempo per coprire i tre anni. Volendosi sperare che non si torni alle vergogne appena superate. Mentre alla seconda, il 12 novembre del 2017, resterà un tempo di permanenza inferiore a quello che ha oggi Frigo: 59 giorni in meno al posto di 19.

Sì, lo so: sono cose che passano solo per la mia testa malata, che mi metto anche a far di questi calcoli. Non tenetene conto. Ma ricordatevene.

Pubblicato da Libero

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