Giustizia

Il dovere delle riforme

Il dovere delle riforme

La riforma della giustizia si farà, ha sostenuto il ministro Alfano, ricercando il dialogo con l’opposizione e con i magistrati, ma, alla fine, la maggioranza non si sottrarrà al dovere di compiere delle scelte. Si deve evitare di confondere la buona prassi dei parlamenti democratici con le cattive consuetudini del non governo e del consociativismo. Nelle democrazie sono i parlamenti a far le leggi, ed è naturale che in quelle aule vi sia dialogo, vi siano scontri, vi siano dibattiti che si concludono con voti. La maggioranza decide. E’ naturale che la maggioranza non ha ragione d’impuntarsi su sciocchezze o falsi principi, per il solo gusto di umiliare le minoranze, ed è giusto che la democrazia non si trasformi mai nella dittatura delle maggioranze, ma guai a cadere nel guasto opposto, con continui rinvii delle decisioni, quasi che votare ed andare avanti sia una violazione di chissà quale diritto.
Ho qui ricordato quanto i tempi siano maturi non solo per riforme radicali della giustizia, ma anche per cogliere nella sinistra il maturare di ragionevoli insofferenze verso la subordinazione agli interessi corporativi della parte più politicizzata dei magistrati. Attenti, però: se quella parte della sinistra (citavo il libro di Ayala) non se la sente di rompere con il conformismo reazionario degli ultimi quindici anni, non per questo la maggioranza avrà qualche scusante se non riuscirà a fare quel che deve. Perché far tornare la giustizia è necessario per ricollocare l’Italia fra i Paesi civili, e perché questo è quel che serve anche a far crescere l’opposizione, a trasformare una sinistra prigioniera del proprio passato e delle proprie ipocrisie in una forza che possa legittimamente aspirare alla maggioranza dei consensi. La partita, pertanto, è ad un punto decisivo, non solo per la giustizia (che è già moltissimo), ma anche per l’uscita da un passato che produce solo veleni.
Il dovere di seppellire la conservazione dell’inciviltà è oggi tutto della maggioranza, del centro destra. Se il dialogo sarà possibile, bene, altrimenti non ci saranno comunque attenuanti. All’interno di questo schieramento già si vedono differenze significative, su fatti rilevanti. Se prevarranno sulla volontà riformatrice, non ci sarà modo di far credere che la colpa sia di altri.

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