Giustizia

Il sempre uguale

Il sempre uguale

Questa porcheria delle intercettazioni raggiungerà l’acme, poi scemerà. Il paesaggio sarà più sporco e squassato, ma il polverone si diraderà all’orizzonte. Il guaio ed il danno saranno causati e subiti dalla politica. Sul lato governativo, ancora una volta, come nel quinquennio 2001-2006, la fregola di rimediare, in fetta e furia, a guai giudiziari che portano nomi e cognomi, spinge alla baruffa più per un codicillo che per una riforma. Sembra che la destra non sia proprio capace di capire che la malagiustizia è una piaga che ammorba gli italiani e che, quindi, da lì occorre trarre la forza per sanarla nel profondo. Invece, si continua a dare l’impressione di badare a poche e limitate cose. Se si alza lo sguardo sullo scempio del diritto, quotidianamente perpetrato nelle aule di giustizia, si riconoscono subito gli interessi generali cui piegare il corporativismo togato. Non si ripeta il sempre uguale, ci si occupi di Contrada, o del signor Rossi che da quindici anni aspetta una sentenza.
Sul lato dell’opposizione, non si capisce come possa non essere chiaro che l’arma giudiziaria serve solo a galvanizzare gli idioti, dare spazi ai propagandisti fascistoidi, comprovare la disonesta attitudine ai due pesi e due misure, ma certo non a battere l’avversario. Sono quattordici anni che ci provano, non solo stando dalla parte del torto, ma, per giunta, perdendo regolarmente. Sembra non siano capaci di capire che se anche riuscissero a spuntarla, se anche avessero l’occasione di ribaltare per via giudiziaria il giudizio delle urne, il risultato sarebbe disastroso. Presto sarebbero spazzati via anche loro, che sono appesi al chiodo berlusconiano come all’ultimo appiglio capace di dare identità, sebbene in negativo e senza lo straccio di un’idea.
Di questa scena non se ne può più. Non solo è monotona, ma anche costosa. L’Italia ha problemi assai seri, perde ogni giorno velocità, s’impoverisce ed immiserisce, si deprime ed incattivisce. Stagna nel non governo e chiede d’essere cambiata. Questo è il senso del risultato elettorale. Se ne ricordino i vincitori, e se ne ricordino gli sconfitti, se aspirano a fare politica, a costruire qualche cosa per il futuro. Non ci si guadagna a guardare solo al passato, specie se se ne ha uno vergognoso, come capita a questa sinistra.

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