Non esiste solo l’arretratezza burocratica, c’è anche l’innovazione demenziale e sprecona. I magistrati s’inalberano alla sola idea che si controlli il loro lavoro, sentendosi altrimenti degradati. Sono impiegati pubblici che pensano d’essere giudici di se stessi. Si autogovernano, nel senso che non hanno mai neanche provato a misurare la propria produttività. La Costituzione li considera inamovibili, a tutela del cittadino e del principio del giudice naturale, loro preferiscono leggerci che sono intoccabili. Abbiamo la peggiore giustizia d’Europa, e ci costa più che agli altri, ma non fanno che chiedere soldi e lasciare deserti, al pomeriggio, i tribunali. C’è anche chi pretende di fare il procuratore per corrispondenza. La politica, intanto, tratta la giustizia come se fosse un affare privato dei magistrati, “confrontandosi” con il loro sindacato. Forse è bene cambiare musica.
Molti cittadini, che il cielo li protegga, credono che una magistratura libera da ogni vincolo sia una garanzia di moralità. Il guaio è che spesso le toghe non rilevano quel che succede nei loro stessi uffici. Noi abbiamo il processo più lento del mondo, ma anche la magistratura più informatizzata del pianeta. Ci sono 7000 server e 169 sale che li ospitano, a disposizione della giustizia. Uno sproposito. Le sale vanno raffreddate e protette. Ne basterebbero 29, ma spendiamo per averne 140 di troppo. I server potrebbero essere meno di 1000, ma noi paghiamo la manutenzione e le licenze per 6000 d’avanzo. I contratti d’assistenza prevedono una copertura di 24 ore al giorno, con programmisti privati sempre a disposizione. Costano una tombola e gli interventi più richiesti sono quelli degli uffici cui, la mattina, s’impalla il computer. Risolve un ragazzino, ma paghiamo un’impresa che presidia la notte.
Se, anziché questo circo, adottassimo un sistema serio, avremmo una sola rete integrata e su quella faremmo viaggiare servizi capaci di tagliare costi per non meno di 100-150 milioni l’anno, cui sommare i risparmi per avere smantellato il mosaico d’iniziative scombinate. Funzionerebbe meglio e si spenderebbe meno. Della giustizia e dei suoi costi, però, c’interessiamo in quattro maniaci, agli altri preme la difesa non del diritto, ma dei propri privilegi, che si pretende siano diritti.