Leggo le cifre delle intercettazioni telefoniche in Italia e mi preoccupo, si, mi preoccupo per i non intercettati. Vedete, se sono veri i dati secondo i quali è intercettato un telefono su cinquecento, considerato che chi ha un telefono solitamente lo usa per chiamare qualcun altro, ne risulta che circa il 90% degli italiani sono intercettati.
Rimane quel residuo 10% di sfigati che non solo non sono riusciti a suscitare l’interesse di alcun inquirente, ma non ricevono neanche delle telefonate.
E se avessero dei problemi? Se si sentissero male? Che, vogliamo abbandonarli al loro triste e solitario destino? Così poco cuore hanno gli spioni nostrani, gli addetti all’origliamento, i forzati della cuffia?
Ma non basta, vi è un altro aspetto drammatico: a forza di essere intercettate, anche le mezze seghe suppongono d’essere qualcuno. Ti chiama uno che ti pare meno di nessuno, uno di quelli che neanche la moglie si accorge se esce o se rincasa, ed al primo fruscio della linea sbotta: “saluti, maresciallo. Sai, ho il telefono sotto controllo”. Ma la cattiveria dei pm, in questo caso, supera il limite umano: le sue, proprio le sue intercettazioni non saranno mai pubblicate dai giornali, naturalmente sei o sette anni prima che si faccia un eventuale processo, no, e lui sarà l’unico a non sapere quante telefonate riceveva la moglie.