Giustizia

IntercetteRai

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Questo è un Paese davvero straordinario: qualche mese fa il Parlamento è corso ad approvare, a larghissima maggioranza, una legge di dubbia costituzionalità, con la quale s’impone la distruzione d’intercettazioni telefoniche ed atti d’indagine realizzati abusivamente, il che, comunque, accadeva dopo che

parte di quelli era finita sui giornali. Allora si sostenne fosse uno sconcio che persone neanche indagate si trovassero con le proprie conversazioni in atti giudiziari e, per quella via, sputtanate a mezzo stampa. Fu il caso, tanto per non tacerlo, di Piero Fassino. Passa poco tempo e ci ritroviamo, provenienti da atti giudiziari, con la pubblicazione d’intercettazioni telefoniche che non solo riguardano persone non indagate, ma hanno un’attinenza del tutto ipotetica con l’indagine nel corso della quale sono state realizzate (un caso di bancarotta). Oggi, però, si discute nel merito delle cose che i malcapitati dicono, omettendo la ripulsa per l’inciviltà. Bella roba.
E veniamo al merito. Emergerebbe che uomini del presidente, intendendosi per tale il capo del governo, che allora era Berlusconi (notoriamente proprietario di un gruppo televisivo), s’occupavano attivamente di “manipolare” l’informazione Rai. Roba grossa, se non fosse anche roba ovvia ed irrilevante.
Roba ovvia, perché la Rai è governata dai partiti. Così è e così sarà fino a quando non si farà l’unica cosa giusta: venderla. Lo era allora e lo è oggi. Governata dai partiti significa che sono uomini dei partiti a nominare direttori, capistruttura e via scendendo per li rami. Era così per Rossella, lo è per Riotta. I giornalisti della Rai che oggi si sentono tanto offesi farebbero una bella ed utile cosa se comunicassero, a titolo d’esempio, da chi ciascuno di loro fu raccomandato.
Essendo governata dai partiti è ovvio che la struttura risponda a pressioni politiche. C’è poco da scandalizzarsi, semmai si dovrebbe rompere il circolo vizioso. Se non fosse che il vizio piace a tutti.
Oltre ad essere ovvia, è anche roba irrilevante, perché alcune delle “manipolazioni” sono francamente ridicole. Esempio: mi raccomando, ritarda la trasmissione dei dati elettorali sfavorevoli a Berlusconi. Idea geniale e lungimirante, rimedio sicuro per le sconfitte elettorali. Oppure: per la morte del papa parla Ciampi, fate parlare anche Berlusconi. Accidenti, che trovata! Sono pronto a scommettere che è successa cosa analoga anche in altri Paesi, per giunta nemmeno cattolici. E lo scandalo viene menato facendo passare in secondo piano la dura realtà dei fatti: stracomandando su Rai e Mediaset, asservendo tante libere coscienze e grandi professionalità, il diabolico Berlusconi perse un’elezione appresso all’altra. Straordinario, non vi pare?
Oh, naturalmente se i direttori dei principali quotidiani, pur essendo concorrenti e seguendo solo il lume della propria morale, si sono ritrovati più e più volte a concordare il modo in cui porgere al pubblico questa o quella notizia giudiziaria, in quel caso si deve dire che trattasi di mirabile esempio di senso di responsabilità ed alto giornalismo. Al quale, di tanto in tanto, fa piacere non appartenere.

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