Giustizia

La grazia, per l’Italia

La grazia, per l'Italia

La grazia dovremmo chiederla tutti. Non per questo o quel condannato, ma per l’Italia: condannata a non avere una giustizia degna di tale alto nome. Qui non faccio i nomi che oggi trovate ovunque, né intendo riferirmi a un caso particolare. Ricordo che ci fu un tempo in cui esistevano magistrati come Severino Santiapichi che, avendo presieduto la Corte che condannò alcuni esponenti delle Brigate Rosse, decise di andare anticipatamente in pensione per scrivere un libro su quella sua esperienza. Un giudice degno di questo nome, sostenne, non scrive un libro sul processo che ha seguito, continuando a vestire la toga. Figuriamoci, oramai straparlano ovunque. Di tutto, di tutti.

E’ necessario avviare un’azione disciplinare? Ma non prendiamoci in giro! Qui ha deragliato il treno, mica s’è rotto un finestrino. E chi dovrebbe giudicare? quel Csm che ha smesso di esistere quando Francesco Cossiga lo affrontò bloccandolo, ma non riuscendo a riportarlo nei binari costituzionali? Serve un’azione assai più profonda, relativa alla cultura del diritto e al costume dei magistrati. L’esibizionismo togato non è più un momentaneo dirazzamento, o la perversione di pochi, ma un costume che tradisce un’idea di sé che nulla ha a che vedere con quel che la Costituzione detta.

Vedo che i vertici della cassazione sostengono l’irrilevanza di questi costumi sull’esito di un processo. Hanno ragione, ma in modo perverso: ha rilevanza su tutto e tutto inficia. La magistratura associata (un sindacato) è corsa a dire: è una tempesta in un bicchiere d’acqua. Sì, ma avvelenata. Tutti costoro mostrano la cosa più preoccupante: non capiscono. Non sentono il dramma di una società che non può avere rispetto di una giustizia che non ha rispetto del diritto e dei ruoli.

Vabbe’, penserà taluno, son cose che succedono quando si tratta d’imputati eccellenti. No. La loro fama aiuta l’egocentrismo propagandistico, ma non c’è anonimato che tuteli. Un Paese senza giustizia s’imbarbarisce. Gli affari scappano, rifugiandosi in altri fori. Ma i cittadini restano. Se non vogliamo chiedere la grazia è ora di farla finita con questa disgraziata situazione. Come, si sa. Ma non si fa.

Pubblicato da Il Tempo

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