Giustizia

Linciatori pentiti

Linciatori pentiti

Ci sono anche i pentiti del linciaggio, adesso. Sono quelli che oggi scoprono che le prove a carico dei signori Scattone e Ferraro, per l’omicidio di Marta Russo, sono deboli, quasi inconsistenti. Strillano, i pentiti, “colpo di scena!”. Ma dov’è, il colpo di scena?

I testimoni d’accusa non sono mai stati credibili: Liparota aveva ritrattato subito, una volta uscito dall’inferno del carcere; la Lipari, con le sue bislacche visioni, era interessante solo per sapere cosa l’avesse indotta a dir cose così poco verosimili; la Alletto non è mai stata credibile, perché non è in nessun modo credibile chi assiste ad un omicidio e fa finta che non sia successo nulla. Le perizie: ora, con tutto il rispetto per i periti, quel che essi oggi dicono è assolutamente ovvio: la testa di chi cammina è comunque in movimento, nessuno può dire in quale esatta posizione si trovasse e, quindi è ovvio che dalla perizia non poteva venir fuori il luogo esatto da cui era partito il proiettile.

Nessun colpo di scena, quindi. Semmai la desolante inettitudine professionale con cui quasi tutti i giornalisti hanno riportato le tesi dell’accusa, hanno partecipato al linciaggio mediatico, hanno dato voce ad un padre frastornato, dolorante ed inconsistente, hanno parlato di colpevoli, hanno pubblicato scritti privati di due signori che avevano il costituzionale diritto ad essere considerati innocenti. Oggi il giornalismo servile si scopre in errore e tenta di mordere la mano del padrone, oggi, quindi, leggiamo che alla procura di Roma non sanno fare le indagini. Grazie, ma lo sapevamo già, chiunque avesse occhi e buona fede, lo aveva capito per tempo. E noi lo avevamo scritto.

Il sostituto procuratore Italo Ormanni, protagonista, con La Speranza, di questa bellissima storia, ha detto che se sono stati minacciati dei testimoni allora sarebbe giusto che loro, i pm, siano messi in prigione. Non faccia il gradasso, il dottor Ormanni, non ci mostri anche il desolante spettacolo di chi si sente impunibile. In un paese rispettabile, in un sistema giudiziario non mostruoso e ridicolo, al dottor Ormanni impedirebbero, vita natural durante, di vestire i panni del magistrato. Questi pm, invece, possono contare sulla solidarietà dei colleghi.

Noi, in questa storia, non siamo stati innocentisti, ci siamo limitati a mettere in luce l’inconsistenza dell’indagine e l’abominio della galera inflitta a due presunti innocenti. Siamo stati garantisti, in un paese che calpesta le garanzie. Non abbiamo nulla di cui pentirci, se non di non avere avuto la capacità di urlare più forte.

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