Giustizia

Mafia al governo

Mafia al governo

Delle due l’una: o un gruppo di delinquenti, per giunta intrallazzati con la mafia, hanno fondato un movimento politico e, come se non bastasse, hanno anche raccolto la maggioranza dei voti; oppure un gruppo di Procure ha piegato le leggi alla lotta di parte, una lotta che, più che politica, sembra fra bande. Quale delle due sia vera, la situazione è evidentemente gravissima.

Non ci sono angeli, su questa terra, ma penso sia vera la seconda delle ipotesi formulate. E lo penso non perché creda alla propaganda di una parte, ma perché osservo i seguenti punti. Punti difficilmente smentibili.

1) L’assunto di partenza è che la mafia è amica della destra e nemica della sinistra. Balla colossale. Intanto perché la mafia non si dedica alla politica in questi termini. Poi perché, per sistemare le cose (come direbbe un buon mafioso) è, oggi, assai più utile un rapporto con la sinistra che non con la destra. Con il potere, piuttosto che con chi non ne ha. Guardiamo i fatti. Andreotti (che, comunque, milita nell’Ulivo) rifilò alla mafia un decreto legge con cui si evitava la scarcerazione dei boss. Berlusconi, quando era al governo, non ha fatto nulla che potesse lontanamente risultare utile agli uomini d’onore. I quali, invece, collaborando con Caselli, campione della magistratura di sinistra, lasciano il carcere, ossequiati e pagati, anche dopo avere ammesso di avere ucciso un centinaio di persone.

2) La controprova arriva da un intervista al finanziere (?) Rapisarda, pubblicata in bella evidenza da Repubblica. Lasciatelo dire a me, che ho respirato a lungo la zagara palermitana, quello si che è un bel linguaggio da mafioso. E cosa dice Rapisarda? “Gli errori si pagano” dice. Berlusconi aveva il potere e non ha fatto nulla per noi.

3) Che bisogno c’era di montare una polemica fessa e cieca sulle affermazioni secondo le quali la Procura palermitana ha un peso nella vita politica cittadina (e non solo)? Insomma, sbaglio, o il sindaco di Palermo è Leoluca Orlando? Sbaglio, o sta nell’Ulivo? Sbaglio, o nessuno gli ha ancora chiesto conto e ragione degli insulti rivolti ad un milite, poi suicidatosi, e che, poi, scopriamo essere al centro di uno scontro con la Procura palermitana? Sbaglio, o non è a seguito dell’emergere di tutto questo (ed è emerso solo perché si sono utilizzati i pentiti per affondare un altro milite, cognato del suicida e collaboratore di Borsellino) che la citata Procura si è sentita in dovere (obbligata) di chiedere un confronto fra Buscetta e chi è detenuto negli USA? Sbaglio, od Orlando fu il principale nemico pubblico di Falcone e Borsellino, mentre nulla lo allontana dall’odierna gestione della Procura?

4) La sinistra, oggi, dice : basta con le interferenze, lasciamo lavorare i magistrati. La mia cultura, il mio passato, le mie idee appartengono tutti alla tradizione della sinistra democratica, ciò mi spinge a dire : o sono complici o sono scemi. Ma come, lasciate fare? Ma non vi accorgete di quel che accade? E non vi provoca un brivido il fatto che tutti i poteri che contano si sono scatenati contro i rappresentati dell’opposizione? Possibile che siate ubriachi al punto di non capire che non è contro il potere, che si è scatenata l’offensiva, ma contro l’opposizione? Voi avete il dovere di sentire a capire questo.

5) L’Italia sta affondando in un pantano di veleni, di indagini e sospetti. Questa non solo non è giustizia, non solo non è pulizia, questo è il trionfo del torbido e del corrotto. Questa è una strada che porta al suicidio della democrazia. Difatti …

6) A forza di indagare nel passato degli avversari politici per farli fuori, sarà il passato a far fuori il presente. Così procedendo, difatti, ci si accorgerà presto che ci fu, in Italia, un diffuso e largo costume di finanziamento illecito della politica, ma che alcuni, come il Partito Comunista Italiano, non solo attinsero a questo finanziamento, ma si nutrì anche dei soldi che venivano elargiti da mani che grondavano sangue, il sangue degli oppositori, dei democratici, delle donne e dei bambini contro i quali si scatenarono orrendi genocidi.

Fermare il mostro dell’inquisizione non è un piacere che si fa a Tizio od a Caio, è il minimo che la cultura democratica deve chiedere per salvare la democrazia italiana.

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