Giustizia

Marcelletti ed i rapinatori

Marcelletti ed i rapinatori

Il procuratore capo di Brescia considera “inammissibile” che quattro rapinatori, protagonisti di una stagione di terrore, se ne vadano a spasso per decorrenza dei termini. Un loro quinto complice aveva ammesso i reati e patteggiato, contro di loro esistevano denunce fatte da cittadini che, ora,

potrebbero trovarseli di fronte. E’ inammissibile, certo, ma occorrerebbe aggiungere che la colpa è proprio della procura bresciana, perché il magistrato che seguiva il caso avrebbe omesso di chiedere il rinvio a giudizio od una proroga delle indagini, avviando così i malviventi sulla strada della libertà.
La notizia finisce in cronaca, anche perché il giornalismo italico è contemporaneamente troppo occupato a seguire l’arresto di Carlo Marcelletti, luminare di cardiochirurgia pediatrica. I titoli dei giornali, come al solito, non contengono punti interrogativi, non inducono a dubitare, ma affermano. E’ stato arrestato perché accusato di peculato, concussione, truffa ed anche detenzione di materiale pedopornografico. Ladro e maiale. Questo il verdetto odierno, poi si vedrà.
I due fatti non hanno nulla in comune, se non il cappio che lega l’inesistenza della giustizia all’inesistenza di una cultura del diritto. Dei rapinatori devo dire che restano dei presunti innocenti e di Marcelletti devo notare che la sua professione è da considerarsi chiusa fino a quando non dimostrerà di non essere colpevole. L’inversione della logica e dell’onere della prova. E se è vero (a chiacchiere) che davanti alla legge siamo tutti uguali, sento comunque il dovere d’informare che un cardiochirurgo pediatrico, bravo, messo agli arresti è un danno notevole per i bambini con il cuore scassato.
E’ ovvio che se Marcelletti fosse colpevole, nei termini in cui l’accusa oggi lo dipinge, meriterebbe la condanna, con l’auspicio che sconti la pena. Ma questa volta faccio una promessa formale: mi rifiuto di leggere quale che sia pettegolezzo giudiziario, non prenderò in mano eventuali verbali d’interrogatorio, non me ne frega niente di cosa sveleranno le indagini. Mi limiterò a contare i giorni. Quanti ne passeranno da quello in cui quelle mani non possono più operare a quando saranno chiuse in galera a scontare o liberate da accuse che si dimostrassero infondate o esagerate. Con oggi siamo a due, da qui si decorre, senza decorrenza.

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