Giustizia

Mastella e Contrada

Mastella e Contrada

Mastella non ha torto: che colpe ha lui per il caso Contrada? Nessuna, nessuna in particolare. Il caso di questo poliziotto, però, è un problema per tutti e la responsabilità di tutta intera la classe politica consiste nell’avere abbandonato la giustizia al suo destino di distruzione progressiva. La colpa di Mastella, come dei

suoi colleghi di governo, come di un’opposizione che ha governato per cinque anni, è quella di non credere che si possa porre rimedio, che si possa mettere mano a riforme profonde, serie, capaci di ridare alla parola “giustizia” un significato non troppo lontano da quello che ha sul vocabolario.
Gli errori giudiziari sono sempre esistiti e, del resto, si può anche aggiungere che nessuno di noi conosce Contrada al punto da potere giurare sulla sua innocenza. Ma quelli che la nostra giustizia produce non sono errori, e quella colpevolezza non è solo non dimostrata. Il nostro sistema giudiziario è totalmente fuori dai binari, incapace di assicurare condanne giuste ai colpevoli, incapace di rendere l’onore agli ingiustamente indagati, incapace di avere l’orrore per se stesso. Contrada, in un grado di giudizio, è stato assolto “perché il fatto non sussiste”. Com’è possibile che se ne stia in galera? E com’è possibile che ci stia senza che a fargli compagnia non siano i vertici dello Stato che giurarono sulla sua onestà? Per porre rimedio a questa mostruosità non basta la grazia, ed è un parlare a vuoto del cinismo immorale quello che tenta di mettere questo caso sul piano di altri. La grazia non risolverebbe neanche il problema personale di quest’uomo agli sgoccioli, perché quello che egli chiede è cosa del tutto diversa: la verità.
Morirà senza averla avuta, perché non abbiamo più un sistema in grado di procurarla. Questo è il tetto d’inciviltà cui siamo giunti, questo il Paese in cui ci tocca vivere. E scusate se l’ultimo giorno dell’anno non siamo qui a festeggiare, ma domani sarà il primo di un nuovo anno perso a discutere di giustizia con la corporazione dei togati, dimenticando che su questo terreno si massacrano i diritti dei cittadini e la reputazione, quindi anche l’affidabilità economica, dell’Italia. L’augurio è che si trovi la forza, ed anche la rabbia, per rompere il cerchio degli impotenti senza responsabilità da rimproverarsi.

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