Giustizia

Monicagate

Monicagate

Quel che vi è stato, dall’eventuale punto di vista personale, fra la signorina Monica Lewinsky ed il Presidente Bill Clinton non è, per noi, di alcun interesse. Quel che è successo negli Stati Uniti, invece, è interessante, e merita un commento.

Cominciamo dalla vicenda giudiziaria. Negli USA vige un serio sistema accusatorio, e non l’ibrido irragionevole adottato dagli italiani. In un serio sistema accusatorio il cercare di influenzare un teste equivale a manomettere una prova e, quindi, alla fine dei conti, a truccare un processo. E questo è assai grave.

In Italia ti arrestano dicendo che non ti si deve permettere di inquinare le prove, e ti mettono nello stesso carcere in cui, durante le ore di socialità, puoi incontrare gli altri coinvolti nella medesima inchiesta, in modo da concordare con comodo le versioni da dare. Ridicolo.

Il Presidente è sospettato di avere cercato di influenzare un teste, e per questo è finito sotto inchiesta. Nulla da dire, la cosa è perfettamente logica. La seconda cosa logica è che non è il Presidente a dovere dimostrare di non averlo fatto, ma è il prosecutor a dovere dimostrare la colpevolezza del Presidente. L’esatto contrario, quindi, del malcostume diffusosi in Italia.

E veniamo al prosecutor. Egli è assolutamente indipendente, non solo non appartiene alla stessa categoria e carriera dei giudici, ma non è neanche un magistrato, e non ha carriere, ma lavori da svolgere. Chi, in Italia, dice che la separazione delle carriere porterebbe all’asservimento del pubblico ministero (il prosecutor nostrano), evidentemente, non sa quel che dice.

E’ talmente indipendente, il prosecutor, che la Signora Clinton lo ha pubblicamente descritto come un persecutore. Gli contesta, insomma, l’accanimento giudiziario. Qui la cosa si fa interessante, perché i casi sono due : a) la Signora sta solo difendendo il marito, esercita, quindi, un proprio diritto, ma se avrà torto il marito sarà condannato e costretto alle dimissioni; b) se la Signora, invece, ha ragione, se il prosecutor si è veramente trasformato in un persecutor, se Clinton è innocente, allora sarà il prosecutor-persecutor a dovere cambiare mestiere. Il che ci sembra più che giusto.

Anche perché, così ragionano i pragmatici americani, le inchieste costano, e se un prosecutor inquisisce gli innocenti non solo disturba gravemente la vita di quei cittadini, ma fa anche spendere inutilmente i soldi della collettività. Che torni, allora, a zappettare il giardino.

Infine, il sistema dell’informazione. Hanno richiamato i giornalisti che erano al seguito del Papa, a Cuba, per coprire la clamorosa notizia del Monicagate. Hanno montato un putiferio senza fine, hanno, all’italiana, attinto le notizie alle fonti d’accusa. Risultato : il pubblico ha seguito, incuriosito, e poi ha sputazzato su questo modo di fare informazione.

Se pure Clinton avesse utilizzato lo studio ovale per sedute non ufficiali, se pure avesse avuto incontri ravvicinati con Monica, ma se non vi fosse stato il tentativo di influenzare il teste, questi sarebbero, ha fatto capire il pubblico americano, affari suoi. Ed ai giornalisti il pubblico ha mandato a dire : voi sarete pure dei guardoni, ma noi no.

La lezione è bella, sarebbe bene farne tesoro.

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