Giustizia

Obbligatorietà dell (inutile) azione penale

Obbligatorietà dell (inutile) azione penale

Marcello Maddalena, procuratore capo di Torino, ha invitato formalmente, con apposita circolare, i suoi sostituti a richiedere l’archiviazione di tutti i procedimenti ove la cosa “appaia praticabile o anche solo possibile”. In altre parole: archiviate tutto l’archiviabile.

La ragione di questa direttiva è semplice: la procura produce più fascicoli di quanti il tribunale riesce ad esaminare, l’arretrato cresce, le prescrizioni incombono e l’indulto rende virtuale la conclusione di molti procedimenti, quindi, anziché perdere tempo inutile, si getti alla polvere tutto quello che non vedrà mai la naturale conclusione. E’ comprensibile il suo stato d’animo e condivisibile la sua direttiva. Spero per questo non voglia tornare a querelarmi, come in passato fece, avendo torto e torto ottenendo in giudizio.

C’è un problema: nel nostro diritto l’azione penale è obbligatoria, il pm non può scegliere quali indagini condurre, ma deve dare seguito ad ogni notizia di reato. Obbligatoriamente. Sarebbe, però, del tutto ipocrita opporre questa norma alla circolare di Maddalena, perché è vero che la norma esiste, ma è non meno vero che, ogni giorno, i pm scelgono i procedimenti e trasformano l’ossequio formale all’obbligatorietà in una costante violazione sostanziale. Visto che tutte le indagini sono obbligatorie, visto che tutte non si possono fare, ciascuno si sceglie le preferite, senza criteri oggettivi, lasciando le altre ad ammuffire, senza neanche chiederne l’archiviazione se non dopo adeguata stagionatura. Maddalena conosce bene questo sistema, quindi introduce una miglioria, fornisce almeno dei criteri.

Ma quando un giorno qualche marziano volesse porre mano ad una riforma della giustizia, anche quello sarà un paletto da abbattere, eliminando quell’obbligatorietà dell’azione penale che lungi dal far tutti i cittadini eguali davanti alla legge finisce con il favorire i più eguali. Anzi, si dovrà rendere il procuratore responsabile dei procedimenti che la procura deciderà di privilegiare, controllando la sua capacità di spendere i soldi dello Stato per far condannare i colpevoli, lasciare in pace gli innocenti e dare risposta alle vittime.

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