Per quale ragione siamo stati informati del fatto che Francesco Schiavone sta collaborando con la giustizia? Non ha senso.
I detenuti al 41 bis non possono comunicare neanche con i familiari. È inumano, ma può essere necessario. Perché comunica in piazza chi lo interroga? E lo fa non ad esito dei sei mesi – previsti dalla legge – entro i quali deve mettere a verbale tutto quello che sa, ma al loro inizio. In un colpo solo si mette sull’avviso il mondo di cui il criminale è parte e si espongono i suoi legami alle rappresaglie. Si scatenano i camorrologi, si arriva a pubblicare fra virgolette la frase surreale di uno che non può parlare: “Io uomo d’onore, dirò la verità”, epperò pare non si trovi il buon senso di chiedersi a chi lo avrebbe detto e perché quello ha sentito il bisogno di ripeterlo a tutti.
Hanno pure informato di avere inventato una falsa malattia per trasferire il detenuto senza destare sospetti. E poi lo racconti ai giornali? Di tanta superficialità non basterà pentirsene.
Davide Giacalone, La Ragione 2 aprile 2024