Giustizia

Previti, la galera, gli errori

Previti, la galera, gli errori

Sulla richiesta di arresto dell’onorevole Cesare Previti il Parlamento si accinge a commettere un grave errore. E, purtroppo, per come si sono messe le cose, un errore politico inevitabile.

Consentire l’arresto di un parlamentare, per giunta al solo fine di evitare l’inquinamento delle prove, è un abominio. Oltre tutto perché il pericolo di inquinamento delle prove, dopo mesi di indagini, dopo avvisi ed interrogatori, dopo che una prima richiesta di arresto è andata a vuoto, sarebbe una motivazione drammaticamente risibile per il cittadino Cesare Previti. Figuriamoci per l’onorevole Cesare Previti.

A votare per il suo arresto, apprendiamo da una elegante dichiarazione di Fabio Mussi, capogruppo pds alla Camera, saranno gli stessi che votarono contro l’arresto di Toni Negri. Coscienze politiche travagliate, le loro.

Non penso che un parlamentare non debba mai essere arrestato. Quando l’onorevole Saccucci, fascista, sparò in piazza sarebbe stato bene arrestarlo. Se lo fecero sfuggire. L’arresto di un rappresentante del popolo, liberamente e democraticamente eletto, sia anche Cito, è un fatto di una tale gravità da dovere essere posto solo in condizioni di eccezionalità. E tali condizioni non ricorrono, neanche da lontano, per Cesare Previti.

Ma la Camera commetterà un errore anche negando il consenso all’arresto. Lo commetterà perché tale rifiuto, che a me pare doveroso, non sarebbe il frutto di una ribellione contro una pericolosa invasione di campo, non sarebbe il valere di un principio democratico, non sarebbe la riaffermazione della sovranità e dell’indipendenza del Parlamento. Sarebbe solo il frutto di un colpo di palazzo, con un incrocio di franchi tiratori.

Questo secondo errore è provocato dalla mancata tempestività e chiarezza della risposta politica. Che, in un caso come questo, non dovrebbe conoscere divisioni di schieramento. Tale reazione non c’è stata. C’è stato Mussi, il quale crede di essere furbo ed acuto. Invece non si accorge di quale tragedia si sta provocando. Una tragedia politica di cui l’onorevole Previti è solo l’oggetto, non il soggetto.

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