La malagiustizia ci fa sembrare matti. I ricorsi presentati alla Cassazione civile aumentano costantemente e nel 2006 sono stati quasi 57mila. S’intravede la follia quando, leggendo i dati, si scopre che la metà dei ricorsi si riferisce a cause la cui consistenza economica è inferiore a 1.100 euro.
Perché c’è tanta gente che si carica sulle spalle la croce di procedimenti senza fine, e relativi costi legali, per poi disputare di somme ridicole? Cercando la risposta ci si accorge che non sono i cittadini ad essere usciti di testa, ma lo Stato.
Ebbene, un autentico boom delle pendenze lo si deve a procedimenti relativi … alla durata dei procedimenti (11,2% di questi ricorsi). L’ipocrita, inutile e sadomasochista legge Pinto, varata al solo scopo di non farci prendere a calci, in Europa, per la nostra malagiustizia, ha rovesciato su Corti d’Appello e Cassazione un’ulteriore mole di carta, con il risultato di aggravare il problema (tempi della giustizia) che si diceva di voler risolvere. L’entità delle somme è bassa, ma solo perché lo Stato è tirchio ed ingiusto nel quantificare i risarcimenti per quei cittadini di cui ha violato i diritti umani. Un altro 16,5% si riferisce a questioni tributarie, ed è, quindi, ancora lo Stato ad essere giudice e controparte. In questa materia il cittadino è spesso obbligato ai ricorsi perché piegarsi a pagare un tributo non dovuto, magari perché di pochi euro, espone al rischio di future e ben più esose richieste. Il 27,5%, infine, si riferisce a cause del lavoro, nelle quali la cifra dovuta o richiesta è solo uno degli aspetti importanti e perdere una causa di poca entità può avere effetti a catena. Leggendo bene i dati, dunque, si scopre che non sono gli italiani ad essere matti, ma le leggi cui devono rispondere, e ne condizionano la vita, ad indurre i loro comportamenti apparentemente irrazionali.
Tutto questo non serve a tutelare alcun diritto reale, scarica sui tribunali una mole enorme e quasi inutile di lavoro, incentiva la conflittualità e scassa ancor più la scassatissima malagiustizia. Più sono le cause più sono anche magistrati ed avvocati, con gran soddisfazione corporativa. Coalizzandosi l’interesse di pochi con l’ignavia e la vigliaccheria legislativa, si degrada l’Italia. La radice, come si vede, è sempre quella.