La Corte costituzionale è monca, un giudice manca da un anno e il Parlamento manca al suo dovere di eleggerlo.
La Corte costituzionale è monca, un giudice manca da un anno e il Parlamento manca al suo dovere di eleggerlo. L’incapacità di ottemperare ai doveri costituzionali sarebbe anche causa di scioglimento. Ora si sostiene, come fosse cosa naturale, che siccome a dicembre ne scadono altri tre la cosa migliore sia averne quattro da nominare, facilitando un accordo. Pragmatismo che cela l’orrido.
La logica di quella nomina è sollecitare la convergenza fra maggioranza e opposizione: se ci s’incaponisce su nomine partigiane se ne violenta lo spirito. Il compromesso è reso più facile dal discutere di persone di alto valore, ma più difficile dall’assenza di stima e fiducia reciproche. Si può convergere ora su una sfumatura più conservatrice per poi farne valere una più progressista. Ma se non ci si fida si resta fermi, testimoniando la pochezza del mondo politico.
Se la quaterna favorisce la soluzione è soltanto perché la spartizione prende il sopravvento sulla compromissione. Spettacolo miserevole.
Davide Giacalone, La Ragione 2 novembre 2024