Giustizia

Ricorrere a Strasburgo

Ricorrere a Strasburgo

Parlando a proposito del testo relativo al “giusto processo”, sul quale sta lavorando il Parlamento, con l’eleganza che gli è solita, il capo della procura milanese, Francesco Saverio Borrelli, ha detto : “è un coacervo di amenità, di inutili ovvietà o di nebulosità”.

Quel testo è parte della Convenzione Europea dei Diritti dell’Uomo. Questa Convenzione, in Italia, ha valore di legge. Anzi, la Corte Costituzionale prima e la Corte di Cassazione poi gli hanno riconosciuto una “forza di resistenza” che la rende qualcosa più di una legge. Risulta evidente che né il Consiglio Superiore della magistratura, né altra Autorità competente faranno notare al dottor Borrelli che non è bello vedere un magistrato del suo livello dir cose simili delle leggi in vigore; fermo restando che non è bello neanche interferire così pesantemente con i lavori del potere legislativo.

La CEDU, come detto, ha in Italia il valore di una legge: tutti sono tenuti a rispettarla. Chi la rispetta di meno è lo Stato italiano. I cittadini, che si trovano a far le spese di questo mancato rispetto, hanno il diritto di denunciare lo Stato e di ottenere un risarcimento. Ancora troppo pochi lo sanno, ancora pochissimi lo fanno.

Quasi tutte le cause civili e penali, così come quelle amministrative, in Italia, si trascinano per anni ed anni, con tempi che la CEDU giudica del tutto illegittimi. I processi nei quali i testimoni d’accusa non si presentano a rispondere sono illegittimi. Avviare procedimenti giudiziari in cui non è chiara l’accusa è illegittimo. E questo vale per tutti gli altri diritti violati, a cominciare dalla presunzione di innocenza, il cui elenco si trova nella Convenzione.

Ma come si fa a ricorrere alla Corte Europea? E’ facilissimo: basta compilare un modulo ed inviarlo con una raccomandata. Lo si compila in italiano, e farsi assistere da un avvocato è un diritto, non un obbligo. Non ci sono oneri, spese o tasse. Niente. Dal momento in cui il modulo compilato arriva a Strasburgo parte la procedura contro l’Italia.

Una denuncia può portare ad un risarcimento; dieci denuncie a dieci risarcimenti; ma centinaia di denuncie sono un fatto patologico che comporta l’intervento del Comitato dei Ministri e la messa in mora dell’Italia. Questo è il risultato cui dobbiamo puntare.

Il dibattito politico italiano, purtroppo, ha mostrato assai scarsa consapevolezza della gravità dei problemi ed assai scarsa presenza di cultura dei diritti e del diritto. Il livello di consapevolezza della magistratura italiana è ben testimoniato dalle alate parole di Borrelli. Il sistema dell’informazione si diletta in gare di colpevolisti ed innocentisti, su questo o quel caso, del tutto ignorando il rispetto delle leggi e del tutto infischiandosene della dignità delle persone. Che la parola, dunque, passi ai cittadini. Gli strumenti ci sono, vanno utilizzati.

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