Giustizia

Rispettare lutto e diritti

Rispettare lutto e diritti

Il TG3 di lunedì sera ha trasmesso una lunga intervista al padre ed alla madre di Marta Russo, la ragazza uccisa all’Università di Roma, con un colpo alla testa. Questo, però, non è giornalismo, è sciacallaggio. Ed è mancanza assoluta di cultura e rispetto per la giustizia.

Il dolore dei due genitori merita rispetto, ma essi non sono un Tribunale, non sono depositari di alcuna verità. Su quel che è successo all’Università, il giorno in cui la loro figlia è stata ammazzata, ne sanno tanto quanto ne sappiamo noi. Che essi, poi, credano o non credano alla colpevolezza di Tizio o di Caio è cosa del tutto irrilevante. Se ne può comprendere la ragione, così come si comprendono i loro sentimenti, ma che senso ha andarli ad intervistare? che senso ha mostrarne il dolore? che senso ha porre loro le domande che si vorrebbero porre al giudice?

Lo ripeto: questo è sciacallaggio. Il dolore dei coniugi Russo, però, non è l’unica cosa che merita rispetto. Vi è anche la situazione dei due imputati e delle loro famiglie. I due imputati hanno diritto, proclamato dalla nostra Costituzione oltre che dalla Convenzione Europea per i Diritti dell’Uomo, ad essere considerati innocenti fino a quando non siano condannati in via definitiva. I coniugi Russo non hanno il diritto di farsi scudo del loro dolore per violare i diritti altrui, non ne hanno assolutamente il diritto. La televisione di Stato, del resto, dovrebbe allevare un giornalismo meno piagnone ed un po’ più attento al rispetto delle leggi.

Noi ci limitiamo a seguire il processo (che arriva tardi e che è lentissimo) e ad attendere la sentenza. E’ l’unica cosa civile che si possa fare. Alimentare le tifoserie e mascherarle dietro dolori, che farebbero bene a preferire la riservatezza, non serve a difendere la causa della giustizia. Meno che meno serve a difendere la memoria di Marta Russo.

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