Corona e Sircana sono sullo stesso piano. Quello dove mi trovo anch’io. Tutti e due sono cittadini coperti dalla presunzione d’innocenza, fino a quando non siano condannati per un qualche reato. Il fatto che Fabrizio Corona sia indagato, ed oggi anche detenuto in via cautelare, non modifica di niente il suo diritto a non essere definito colpevole.
Diritto suo, che è prima di tutto diritto di noi tutti alla civiltà. E’ questo il motivo per cui mi sembra di vivere fra i pazzi quando leggo della solidarietà per Silvio Sircana, accoppiata all’ennesima pubblicazione di carte ed intercettazioni accusatorie per Corona. Se la bilancia si rompe, se il diritto vale solo per alcuni, la giustizia non esiste più.
Esprimo il mio dolore per il modo in cui Sircana è stato considerato merce. Prima in sede d’indagine e poi nell’arena mediatica. Gli giunga la mia solidarietà. Ma all’uomo, perché il portavoce del governo e l’esponente politico che non ha mai trovato una parola di sdegno per gli altri gettati nel tritacarne, per le altre vittime e gli altri indagati della cui vita e della cui famiglia non si è avuto alcun rispetto merita, piuttosto, che gli si ricordi la propria responsabilità e quella di moltissimi che si trova a fianco. Sono quindici anni che conduciamo una battaglia per il diritto ed i diritti, pagando di persona, nei tribunali e con le querele, subendo l’ostilità di una stampa travagliata che non abbandona il veleno neanche innanzi alle assoluzioni, e nel corso di questi quindici anni l’odierno portavoce è stato afono, siccome il suo dante causa. Fra i loro amici si giocava al piccolo giustizialista. E questa è una colpa politica e culturale.
Superi il dolore, Sircana. Festeggi l’essere stato messo nelle condizioni di capire cos’è la forza devastante dell’accusa portata innanzi all’opinione pubblica, anche in assenza di reato. Festeggi l’avere constatato che nel ripetere “ho fiducia nella giustizia” non c’è traccia d’equità. E comprenda che il rimedio all’infamia che subisce non è il tener tutto segreto (tanto non si può), ma il condurre tutto a giudizio, e presto. La nostra giustizia d’inchieste senza sentenze produce mostri, anche in procura. Ne approfitti per divenire paladino del diritto, capace di non confondere il morale con il penale. E benvenuto fra noi.