Giustizia

Sono stato condannato

Sono stato condannato

Sono stato condannato, in primo grado, per avere diffamato il magistrato Marcello Maddalena. Ritengo corretto quel che scrissi e lo riscriverei. Non lo considero solo un diritto, ma un dovere.

In breve: Cesare Romiti aveva scritto che Maddalena li aveva avvertiti che arrivavano in procura delle denunce anonime. Testualmente: “Fu il vicecapo della procura di Torino, Maddalena, che mi aprì gli occhi. Un giorno chiamò il nostro responsabile dell’ufficio legale, Ezio Gandini, e gli disse: <<Basta, non si può più andare avanti così, bisogna che le lotte interne finiscano, perché ogni giorno arrivano soffiate anonime da parte di alcuni manager interni alla Fiat (…) disse che provenivano dall’entourage di Umberto Agnelli”. Quindi non erano neanche troppo anonime. Osservai che, delle due l’una: o Romiti commetteva un reato, raccontando il falso, o era Maddalena ad avere tradito i doveri d’ufficio.

Il dottor Maddalena querelò Romiti e me. Nel corso del processo è emerso che le cose erano andate come Romiti le aveva raccontate. Maddalena ha ritirato la querela nei confronti di Romiti e insistito contro di me. La requisitoria del pubblico ministero s’è soffermata su un punto: Maddalena è un magistrato. Osservazione pertinente.

Mi ha querelato anche perché ho citato il suo libro e l’idea che l’arresto sia un “momento magico”. Per quello mi querelò a suo tempo. Fui condannato in primo e secondo grado, nonché assolto in Cassazione. E’ bello rifare, ogni tanto, sempre lo stesso processo. Ci si mantiene giovani. Vero è che la legge esclude si possa celebrare due volte lo stesso processo sul medesimo fatto, ma, che volete, come opportunamente il pubblico ministero ha sottolineato: è un magistrato.

Non mi dolgo della condanna. Per quella la battaglia continua. A me basta che Maddalena abbia ritirato la querela a Romiti, confermando quel che vidi e scrissi allora.

Pubblicato da Libero

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