Giustizia

Un male diffuso

Un male diffuso

Di strappi al diritto se ne sono fatti molti, e molti sono stati gli indagati calpestati da un potere giudiziario oramai fuori controllo.

Ma quel che è capitato alla signora Grabriella Alletto ha una natura del tutto particolare : è stato filmato e le immagini sono finite in televisione. Ed in questo mondo, in cui, oramai, è reale solo ciò che è televisivo, quel che si era fin qui tollerato e favorito è divenuto riprovevole ed intollerabile.

Sulle prime il coro giornalistico che ha accompagnato le scorribande giustizialiste non ha ben compreso quel che succedeva. E’ capitato, così, che si siano scaricati insulti sulla signora Alletto, la quale aveva prima giurato, sui figli, di non essere stata nell’aula dalla quale si presumeva fosse partito il colpo che uccise Marta Russo, mentre poi, dopo essere stata adeguatamente lavorata, non solo afferma di esserci stata, ma ricorda anche tutto quel che successe. Quindi dagli alla Alletto, che o giura il falso prima o giura il falso poi, che non si cura dei figli, o di due poveri figli che da 450 giorni marciscono in galera.

Tanti giornalisti, maestri di viltà e lecchinismo, non si fanno pregare se si tratta di additare le viltà altrui. Invece, la signora Alletto ha tutto il diritto di essersi impaurita, ed è comprensibile che si sia piegata. Ha trovato davanti a sé un potere enorme che minacciava di schiacciarla, che, senza processo, già voleva condannarla a ventiquattro anni di carcere. Ha trovato al suo fianco un cognato (ma che ci faceva? chi lo ha autorizzato ad entrare?) poliziotto che cercava benemerenze presso i magistrati, che si sbracciava pur di vendere loro le carni della cognata. Ha pensato alle sue piccole magagne, al posto di lavoro ottenuto come invalida (e, difatti, invalida non la si direbbe), ai figli a casa, ed ha concluso : ditemi quello che vi devo dire, ed io ve lo dico.

La signora Alletto va compresa, come fanno persino gli imputati. Ma i due pubblici ministeri no, essi hanno una sola attenuante, e la vedremo. Quei due funzionari dello Stato hanno violato le leggi dello Stato, arrecando un danno alla donna, agli imputati, al processo, alla giustizia ed a noi tutti.

La notte dello scorso Capodanno il Presidente della Repubblica condannò l’uso di far “tintinnare le manette” durante gli interrogatori. Innanzi alla signora Alletto si è fatta sferragliare tutta la ferramenta carceraria. In più : le hanno detto che l’avrebbero ritenuta responsabile di omicidio, ma lo hanno fatto senza indagarla e senza che fosse presente un avvocato. Che garanzie ha, un cittadino, innanzi ad un potere così assoluto e così assolutamente incontrollato?

Non basta. Dopo mesi e mesi di galera gli imputati ed i loro avvocati continuano a ripetere che la testimone Alletto non è credibile. Difatti non lo è : chiunque assistesse ad un omicidio si metterebbe a scappare e gridare, nessuno, se non infermo di mente, tacerebbe al fine di non essere coinvolto. Fosse successo a Calatafimi si sarebbe detto : è il potere della mafia. Scattone e Ferraro cosa sono, la Spectre? A fronte di questo la Procura ha il video dei primi interrogatori e se lo tiene bellamente inguattato, così violando, ancora una volta, la legge. E quando salta fuori il video? Quando la Digos viene accusata di avere manomesso le bobine delle intercettazioni ambientali.

Insomma, una storia incresciosa, che dimostra chiaramente come la vita di ciascun cittadino sia minacciata da una macchina giudiziaria inquinata ed inquinante. Una storia dalla quale non si può uscire cercando di limitarne la portata, parlando di mele marce o di altre simili scempiaggini. Occorre prende atto che il male è grande e diffuso. Questa, infine, è l’attenuante che i due procuratori possono invocare : abbiamo solo imitato i miti che ci indicavate, abbiamo fatto quello che i migliori fanno, ci siamo comportati secondo i canoni della moderna estetica giudiziaria, abbiamo agito come quasi tutti agiscono.

A loro va concessa questa attenuante, mentre ad altri va contestata l’aggravante di essersi indignati oggi solo per avere avuto la viltà di tacere ieri; di aver giudicato gravissimo quel che accade oggi solo per tacere le più gravi cose che altrove si sono fatte e si fanno. A conti fatti il quadro è assai desolante, con una giustizia che deraglia dai binari del diritto.

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