Idee e memoria

Baciando la pantofola

Denuncio, da laico, una truffa mediatica a danno dei cattolici. E la denuncio non perché creda non sappiano difendersi da soli, una volta passata la furbizia d’aver fatto pesare la loro presenza, ma perché temo ci vadano di mezzo i tanti passi in avanti fatti, l’esito di tante battaglie civili. La truffa funziona così: si prende la foto di un cardinale, Angelo Bagnasco (presidente della Conferenza episcopale italiana, quella stessa solitamente accusata d’ingerenze indebite), si mette nei titoloni il raduno di Todi, cui ha preso parte, accompagnandolo con un bel virgolettato: “serve un governo più forte, quello attuale non è adeguato”, attribuendo il concetto al cardinale e intestandolo a tutti i cattolici. Peccato che sia falso: la frase è di Raffaele Bonanni, capo della Cisl che, come i suoi predecessori (Pierre Carniti, Franco Marini, Sergio D’Antoni e Savino Pezzotta, solo per citare gli ultimi), s’appresta a lasciare il sindacato e darsi alla politica. Mai uno che torni a lavorare.

Per rendere più efficace la truffa si ricorre a due altri ingredienti: a. si riportano le dichiarazioni indignate di Maurizio Sacconi, a difesa del governo Berlusconi (di cui fa parte, oltre a essere cattolico); b. si fa precedere il convegno di Todi da articoli, come quelli pubblicati dal Corriere della Sera, anche a firma del direttore, in cui si sollecitano i cattolici a far cadere il governo, ma anche a smetterla di fissarsi su temi etici e valori indisponibili, salvo poi cancellare la risposta di Bagnasco, del resto ovvia: scordatevelo, noi ci siamo e vogliamo contare proprio su quei temi.

La truffa genera confusione e questa induce al pericolo. Se c’è una maggioranza politica organica agli interessi delle gerarchie cattoliche, e pronta a seguirne le indicazioni, questa è la maggioranza di centro destra, dal 1994 guidata da Berlusconi. Lo so, perché, da laico, la cosa non mi piace punto. Dalla fecondazione assistita alla bioetica, per giungere al fine vita, il centro destra ha dato molte soddisfazioni alle gerarchie. E scrivo “gerarchie”, senza far confusione con “i cattolici”, perché questi ultimi hanno dato diversi dispiaceri alla chiesa, su grandi battaglie civili del passato (divorzio e aborto) e su tanti costumi del presente. Tale confusione, invece, è strumentalizzata a piene mani da chi è prontissimo a sacrificare la laicità alla faziosità, dimostrando debolezza intellettuale pari a quella morale.

E’ naturalmente vero che le gerarchie hanno criticato e criticano lo stile di vita del presidente del Consiglio. E vorrei vedere! Lo critico anch’io, però, sebbene non per ragioni di fede, bensì perché esiste un decoro della funzione che egli ha ripetutamente offeso. La distinzione è necessaria perché, infatti, non critico affatto lo stile di vita di Nichi Vendola, di cui m’interessa meno di niente, ma se me lo ritrovo a strusciarsi alle tonache, inneggiando al ritrovato impegno sociale delle medesime, occorre ricordargli che non per me, ma per loro il suo stile di vita è condannabile quale peccato. E’ questo che la sinistra vuole? Lo dica, è lecito. Al tempo stesso è detestabile.

La truffa è pericolosa perché il berlusconismo è, a suo modo, un fenomeno moderno, un prodotto politico che nasce dal rapporto diretto fra il leader e i cittadini, che, difatti, gli hanno assicurato la maggioranza dei voti per tutti questi anni. Il berlusconismo senza Berlusconi è un film dell’orrore, o, preferibilmente, un film comico, sicché sappiamo tutti che nel futuro torneranno a contare le reti, le organizzazioni capaci di presenza territoriale e d’identità non meramente riconducibile a interessi immediati e specifici. Quindi la cattolicità, che non è una rete, ma un sommarsi di reti (neanche De Gasperi e Gedda erano la stessa cosa), conterà più di oggi, ma, ed è questo il punto, se sarà politica, come politica era la Democrazia Cristiana, porterà con sé scelte meno confessionali di quelle fin qui garantite dal detestato crapulone di Arcore. Da ciò deriva, allora, che i presunti laici, oggi impegnati a buttarsi sbavanti sulla pantofola, sperando che l’aiuto vaticano riesca dove loro non sono riusciti, prima di tutto per insufficienza culturale, si candidano a sostituire quel che affermano di combattere cedendo sul terreno dei valori e della laicità. Che non è roba da (sinceri) convertiti, ma da pervertiti (truffaldini).

Surreale, poi, il tentativo di Repubblica di appropriarsi del “family day”, datando a dicembre “l’ultima spallata a Silvio” (ma che carucci, usano il nome, come la stampa che lo fiancheggia, con la differenza che sono assai più efficaci nel dimostrare che dopo l’inadeguato c’è il peggio). Sarà una giornata meravigliosa: vedremo i leaders politici cattolici sfilare con le loro due o tre mogli e i santoni laici confessare la monogamia vissuta come destino (saragattiano). Da non perdere.

Ieri il citato Silvio è corso a dire che non è vero, che i cattolici sono con lui. Fatelo tacere. Si lasci credere quel che la truffa suggerisce e si propizi, così, un nuovo passo in avanti degli italiani, che fanno meno confusione dei sapientoni fra fede, ragione e convenienza.

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