Il cardinale Bagnasco non ha ricordato che, secondo la dottrina cristiana (ed anche secondo il buon senso), siamo tutti fratelli, ha detto una cosa più precisa e significativa: sono nostri fratelli anche gli immigrati clandestinamente, che si trovano da irregolari nel nostro Paese. Dal punto di vista religioso, dunque, non ha fatto che ribadire l’ovvio, ma dal punto di vista politico l’affermazione è dirompente. E se metto in evidenza la politicità di quelle parole non è certo per criticarne l’“ingerenza”, come conformisticamente e ripetitivamente fanno molti laici, giacché, da laico, non ho alcun problema a contestare le tesi delle gerarchie, ma neanche a convenire.
Un Paese non può accettare che sul proprio territorio vi siano presenze irregolari, ma non può pensare di definire irregolari le presenze nelle proprie famiglie. Quando questo capita, ed a noi capita, vuol dire che l’errore sta nel modo in cui si è regolata e controllata la faccenda. Quando capita che dei malavitosi italiani facciano strage di un gruppo d’immigrati, neri, può essere vero, ed anche probabile, che si tratti di uno scontro fra gruppi criminali, ma se non possono essere tollerate le reazioni del giorno dopo, da parte della comunità immigrata, neanche si può pensare che la causa del crimine sia la loro presenza. No, la causa è la perdita di sovranità a favore della camorra, che ha indebolito lo Stato, quando, in quelle zone, non lo ha annientato.
Quando due italiani ammazzano un nero, a Milano, può ben darsi che si tratti di un omicidio “normale”, senza alcuno sfondo razzista, ma come tale merita d’essere comunque punito con pene severe, senza cercare attenuanti nel disagio che quelle presenze straniere provocano, e senza consentire ai connazionali del defunto di manifestare contro gli “italiani”.
Ecco, di fronte a questi ed altri problemi, più volte la politica è scappata, ed è questa fuga a far prosperare l’equivoco. Un esempio: è in alcune zone del nord che maggiormente c’è bisogno di manodopera a basso costo, d’immigrati, ma è nelle stesse zone che si raccolgono i consensi contro l’immigrazione. Rispetto a questo rimpiattarsi dietro frasi di comodo, almeno Bagnasco ha avuto il coraggio di schierare la chiesa. Noto che i quotidiani più vicini al centro destra, quindi quelli che, nella vulgata semplicistica, dovrebbero essere anche più corrivi ai messaggi della conferenza episcopale, relegano la notizia nelle pagine interne e ne occultano la parte relativa agli immigrati. Segno che il cardinale ha messo il piede su un nervo scoperto.