Nel mondo pervaso e permeato dalla comunicazione c’è ancora chi dice: “il fatto è destituito di ogni fondamento”.
Sentenza esemplare di un burocratese uscito fresco fresco da un libro Cuore per questurini. Dalle cronache che leggo sui giornali evinco che, dopo avere sentito l’annuncio, lanciato dagli altoparlanti dello stadio romano, Francesco Totti non aveva capito che trattavasi di notizia falsa. Ed il bello è che questa non è una barzelletta.
Poi si dice che i reality show sarebbero diseducativi. Altro ché, si dovrebbe proiettarli a beneficio degli addetti alla comunicazione per conto della questura. Allora, norma numero uno: se una notizia è destituita di ogni fondamento si dice che è falsa. Falsa. Tutto qui. Norma numero due: se una notizia è falsa non è il caso di ripeterla da capo ed in premessa, perché, altrimenti, quando s’arriva alla fine sarà maggiore l’allarme diffuso della calma ingenerata. Norma numero tre: se si usa il tono da catastrofe, si provoca la catastrofe.
Detto ciò, e con tutto il rispetto per i tifosi del calcio, sarà bene che non li si tratti come bambinelli discoli: chi espone striscioni filonazisti se ne va davanti ad un giudice. Dritto filato. La tolleranza di questi comportamenti devianti porta solo ad una regressione belluina dello scontro fisico, senza più neanche l’illusione della politica. Roba da circo.
Infine, dite a Totti di uscire dalle barzellette.