Può anche darsi che a Roberto Saviano non sia dispiaciuta la pubblicità, derivata dalla sua visita a Casal di Principe. Di questo l’hanno accusato, ma non ci vedo proprio niente di male: ha scritto un libro molto bello ed istruttivo, “Gomorra”, che merita d’essere conosciuto. Semmai è proprio a lui, che sulla camorra ha riflettuto e lavorato, che si dovrebbe chiedere una riflessione su quella giornata in piazza.
La camorra esiste, eccome. Ed esistono le altre organizzazioni criminali che esercitano il dominio su territori limitati, ma vasti. Per combatterle è necessaria l’educazione, ma prima di ogni altra cosa la repressione. Quando andavo a scuola, a Palermo, la coscienza studentesca la voglia di giocare la partita contro la mafia era già più che matura e forte. Se la mafia è ancora lì è perché lo Stato non ha fatto la sua parte. Chi la combatteva veramente è stato ammazzato, dopo essere stato isolato ed abbandonato. Falcone è saltato per aria dopo che la sinistra giudiziaria gli aveva impedito di continuare la sua battaglia. Dalla Chieda è finito crivellato dopo che gli erano stati negati i poteri che aveva chiesto. Sì, certo, la coscienza popolare, l’educazione dei giovani, l’allerta democratica e tutte queste menate servono ad alimentare il discorso pubblico contro la delinquenza organizzata, ma se poi lo Stato usa i pentiti per alimentare la propria guerra interna e, intanto, tollera lo spaccio, il pizzo, il dominio del lavoro, l’inquinamento degli appalti, allora le menate diventano ipocrisia, e l’ipocrisia complicità.
Confindustria dice che chi paga il pizzo deve essere buttato fuori. Ma se la grande parte delle imprese edili che lavorano in certe zone sono colluse, non sarà che il lavoro di bonifica deve essere fatto altrove, e non sulla pelle del piccolo imprenditore che rischia i soldi e la vita? Confindustria reclama una giustizia che funzioni. Ma dove erano quando noi denunciavamo il come ed il perché stava andando in vacca? Non sostengo affatto che la colpa sia di Confindustria, non sarebbe ragionevole. Ma non se ne può più delle parole senza costrutto e senso.
Saviano dovrebbe sapere bene che non si cambia la realtà presentandosi sotto un baldacchino, con le Autorità. Occorre una cosa diversa, ci vuole l’autorevolezza e la credibilità per promettere che i criminali la pagheranno, che gli altri potranno sperare in un reddito ed in un lavoro anche senza chinare la testa. Mi fa piacere, davvero, per la pubblicità che ha avuto. Ma ho l’impressione che a Casal di Principe si sia sprecata una giornata. Una fra le tante.