Il ministro Livia Turco ha manifestato l’intenzione di modificare la legge Merlin, che pose fine alle case chiuse, i vecchi bordelli. Si tratta di una giusta iniziativa, anche se, forse perché ancora confusa e non ben delineata, non riusciamo a comprendere in cosa aiuterà a risolvere i più difficili problemi legati alla prostituzione.
Il ministro Turco ha molte volte ripetuto che non intende legalizzare la prostituzione, ma, semmai, depenalizzarla. In particolare sarebbe depenalizzato il favoreggiamento, con questo permettendo l’apertura di case del sesso. Ora, però, a parte lo sciocco accenno alle cooperative di prostitute, in questo modo si depenalizza un comportamento già diffusissimo ed abbondantemente pubblicizzato. Chiunque voglia recarsi in una di queste case non ha che da comperare un quotidiano e scegliere quella che gli è più vicina (o quella la cui offerta si avvicina di più ai suoi desideri e fantasmi).
Per questo è difficile immaginare che la depenalizzazione proposta dalla Turco possa portare a significative novità, od a modificazioni rilevanti in questo segmento del mercato. Magari si potranno appendere cartelli pubblicitari fuori dalle case, anziché chiedere, più discretamente, di “citofonare a Wilma”. Ma non mi pare un gran cambiamento.
La depenalizzazione del favoreggiamento e la riapertura delle case, inoltre, secondo la Turco, dovrebbe servire a togliere molte donne dalla strada. La prostituzione di strada, non dimentichiamolo, è anche responsabile del degrado e, qualche volta, dell’invivibilità di numerosi quartieri, centrali e periferici. L’intento è lodevole, quindi, ma non è chiaro come questo obiettivo possa essere conseguito.
La prostituzione di strada non è solo l’effetto della legge (e, difatti, come dicevamo, le case d’appuntamento sono già oggi presenti ovunque e da chiunque accessibili), ma anche una modalità che risponde ad una precisa richiesta del mercato. Il cliente che esce la sera, in macchina, fa la ronda, guarda quel catalogo vivente, si avvicina, contratta, poi va via, poi torna, e così a seguire fino alla conclusione dell’affare (si legga, a tal proposito, quel che scrisse Desmond Morris, il grande antropologo), non potrà sostituire questo suo comportamento con la visita ad un bordello. Ciò per il semplice motivo che il rituale della ricerca è parte integrante (e, forse, preponderante) del suo godimento. Inoltre vi è il prezzo: difficilmente nelle case potranno praticarsi le tariffe miserrime che vengono chieste per la strada. Ed il prezzo, come è noto, è uno degli elementi che determina le caratteristiche e la fascia dei potenziali clienti.
Allora, posto che l’intento della Turco è lodevole, come si fa a porre fine a questo inquinamento urbano portato dalla prostituzione di strada? si depenalizza quella in casa e si penalizza quella in strada? Ma così facendo si giuoca ai bussolotti e si nasconde da una parte quel che si scopre dall’altra. Così facendo si condannano all’illegalità migliaia di ragazze, specie extracomunitarie, che continueranno a sfidare la legge.
Nel mentre il ministro Turco fa un passo serio e responsabile, mi colpisce il suo ripetuto rifiuto di consentire la nascita di quartieri del sesso. E perché? se non nasceranno quartieri del sesso il sesso in vendita lo si troverà in ogni quartiere. Quindi, prenda coraggio, il ministro Turco, e tragga tutte le coerenti conseguenze da quel che lei stessa ha detto.
Per finire, dato che in queste ore si sono sentiti gli strazi di quanti preferiscono il silenzio e l’ipocrisia alla razionale e ragionevole presa d’atto della realtà, occorre chiarire che non è mai esistita e mai esisterà una legge sulla prostituzione che salvaguardi l’onore delle donne (e perché solo le donne? si prostituiscono essere umani di ogni diverso sesso). Ciò semplicemente perché la prostituzione non c’entra niente con l’onore di questo o di quello. Quel che una legge può fare è solo rendere un’attività (posto che non sia delittuosa) non nociva, o il meno nociva possibile, sia per chi la pratica, che per chi ne usufruisce, che per chi vive nei luoghi dove tutto ciò avviene. Il resto, non lo si deve chiedere alle leggi.