Il depistaggio è in atto, per nascondere movimenti illeciti di denaro e responsabilità enormi. I nomi russi fanno credere che si tratti di un romanzo, l’enormità delle colpe serve a farle sembrare impossibili. Presto il depistaggio, in perfetto stile Telekom Serbia, si gioverà anche di qualche superficiale, diciamo pure di qualche cretino. Si scatenerà l’ilarità contro quanti negano che gli elefanti possano volare e, del resto, già si dice che Litvinenko si è suicidato (passando un paio di settimane a vomitare se stesso).
Non leggete quel che segue, se cercate la “verità”, perché non la conosco. Riconosco le bugie e le paure, però. Le democrazie occidentali, ed in modo particolarissimo l’Italia, erano infiltrate da agenti sovietici. Da noi c’era anche il più grande partito comunista operante, legato ai sovietici. Alcune di queste trame (non tutte) si trovano nell’archivio Mitrokhin, altre ci sono state raccontate da storici coraggiosi. Quel mondo non è sparito d’incanto, con il crollo del comunismo sovietico, né si sono di botto prosciugati i fiumi di denaro che lo irrigavano. Vale la stessa cosa se vista con gli occhi interni all’odierna Russia. Il controllo di quella ricchezza, ovvero delle intermediazioni nel commercio con l’estero, aggiunto al desiderio (di pochi) di raccontare il passato, scatena la guerra interna, che si riverbera nella rete esterna di uomini e denari. All’estero convergono due interessi: quello dei collaboratori di ieri a non essere scoperti, e quello di chi ancora inzuppa il pane. All’interno della Russia la stretta autoritaria di Putin minaccia tanto gli oppositori quanto le aree d’autonomia dei servizi. I morti sono conseguenza della guerra.
Da noi una commissione parlamentare era incaricata di fare luce. Chi la guidava non ha brillato per sintesi ed efficacia. Chi l’avversava l’ha seppellito nel silenzio, pronto ad usare il ridicolo e, se necessario, l’aggressione penale. Roba da matti, dicono, invece d’indagare sulle spie chiedevano di Prodi. Già, Prodi. Erano Rosse le Brigate che ammazzarono Moro, addestrate dall’est, armate dai palestinesi che erano armati dai sovietici. Erano democristiane, invece, le anime dei morti che depistarono le indagini, scegliendosi Prodi come medium. O indaghiamo sui vivi, o ce la pigliamo con i morti.