Idee e memoria

Familiarizzando

Interessante quel che succede in Francia, sul fronte della famiglia. Significativo quel che è successo da noi: nel 2000 i gruppi familiari composti da madre-padre-figli erano il 43.8%, nel 2012 il 35.8. L’approccio moralistico non serve a capire la politica o l’economia, meno ancora il mondo in cui viviamo. Non sarò certo io, da laico, a richiamare valori sacramentali. Ma è ipocrita non avvertire che quel che accade ha ed avrà conseguenze. Anche sul modello di welfare. Questi mi paiono gli aspetti più evidenti.

1. Il “modello famiglia” è ancora fortissimo, tanto che ogni forma di convivenza tende a volervisi uniformare. Il numero di due ha un senso in chiave riproduttiva: maschio e femmina fanno figli. Se si esce da quello schema, perché devono essere “coppie”? Solo per emulare il matrimonio, quindi la famiglia “tradizionale”. 2. Si dirà: se non sono coppie si legalizza la poligamia. E’ già successo: i pari diritti dei minori (giustissimo) e i pari diritti dei genitori (giusto), già consentono legami multipli e ripetutamente figlianti. Con una singolare postilla: la poligamia è solo maschile, perché una donna può bene avere tutti i compagni e le compagne che crede, ma non può condurre due gravidanze contemporaneamente (Hugh Grant sì). 3. Già sento, nonostante la premessa, l’accusa di moralismo e tradizionalismo, ma a me pare il contrario. Tanto è vero che a forza di familiarizzare tutto (come hanno fatto in Francia) è andata a finire che si vuol criminalizzare la prostituzione, negando che in quella possa esserci libera scelta delle donne. E cos’è, questa, se non una posizione moralistica?

4. E non è la sola contraddizione, perché mentre la prostituzione è da combattere in nome della “mercificazione” si cerca di regolamentare “l’utero in affitto”. Dubito che l’organo sia meno merce dell’essere nel suo insieme (e nego che funzioni senza l’insieme). 5. Per una strana contorsione logica la fuga dalla famiglia (ma solo quella matrimoniale ed eterosessuale) è considerata una forma di liberazione. Progressista. Mentre va nell’ombra il lato relativo alla fuga dalle responsabilità e dai doveri. Che magari non sono variopinti e allegri, ma è sicuro che la società dei diritti senza doveri è una società di adolescenti viziati, che moriranno senza essere cresciuti. Poi vai in tribunale e vedi vite distrutte dalla ricerca della felicità.

6. In Italia la rete delle famiglie è (era?) la più solida struttura del welfare. Privato. Che il padre abbandonasse il figlio al suo destino, quando grande e secondo uno stereotipo anglosassone, ci faceva orrore. Così per i piccoli e gli anziani non autosufficienti. Posto che i servizi alla famiglia e ai genitori non sono cresciuti, ho l’impressione che lo stop alla crescita porterà molti a rimeditare sul valore di quell’istituto. 7. L’ho detto in modo troppo gretto? Ma la vita mica è una lunga scampagnata, manifestante e spinellante, giuliva e promiscua, passata a bere e magnare senza sudare e lavorare. 8. Le “conquiste” del passato, a cominciare dal divorzio, non si toccano. Semmai si sveltiscono e alleggeriscono. Ma richiedono senso di responsabilità e adempimento dei doveri. Altrimenti sono dissolutezza. Come sostenevano i loro avversari.

Significativo che l’allarme sia suonato in Francia. La patria del bacio à la francese e del mal francese, da sempre terra di libertà, vuol serrare le prostitute. Al tempo stesso la patria della laicità vede sfilare le famiglie, con tanto di simboli religiosi. Direi che la lezione è interessante: quando i lumi finiscono in mano agli oscurantisti dell’egocentrismo e la ragione s’alloggia presso l’irragionevole negazione dell’ovvio, va a finire che il buon senso si scoccia. E si vendica.

Pubblicato da Libero

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