Idee e memoria

I mafiosi e le loro signore

Ho l’impressione che se si cambiasse il carcere duro, a regime di 41 bis, con gli arresti domiciliari, molti boss mafiosi crollerebbero e tenterebbero di sottrarsi a quest’autentica tortura. Me ne sono convinto leggendo il, peraltro ridicolo, decalogo sequestrato a Lo Piccolo.

Un pentito di mafia raccontò che i capi della mafia furono affascinati dal film di Francis Ford Coppola, “Il Padrino” (di leggere il libro di Mario Puzo non se ne parlava nemmeno), e cominciarono a parlare ed atteggiarsi come Don Vito Corleone. Questo tanto per dare l’idea dello spessore umano di certa gente. Da allora ad oggi, però, le cose sono peggiorate, per i mafiosi, ed il citato decalogo ne è una dimostrazione. Dovere mettere per iscritto che in un’organizzazione segreta non ci si presenta ad un aderente sconosciuto dicendo: “salve, compare, io sono affiliato alla cosca tal dei tali”, mettendo l’avvertenza come primo comandamento, è già segno di una certa decadenza mentale. Perché, c’erano anche picciotti similmente sprovveduti? Aggiungere, sesto comandamento, che gli appuntamenti si rispettano, fornisce l’ulteriore idea che le cose vadano un po’ a casaccio.
Ma è il capitolo donne, quello più interessante, con ben quattro comandamenti. Il secondo dice: “non si guardano mogli di nostri amici”. Il settimo precisa: “si deve portare rispetto alla moglie”. Il che, per sottrazione, significa che la si rispetta portando a letto le fanciulle nubili o le mogli di sconosciuti e nemici? Il decimo stabilisce che non può affiliarsi “chi ha tradimenti sentimentali in famiglia”, un tempo dette corna. Ed il quinto è un capolavoro: “si ha il dovere in qualsiasi momento di essere disponibile a cosa nostra, anche se la moglie sta per partorire”. Il tutto dà l’idea di questi burberi boss che non possono manco allontanarsi da casa senza il permessino scritto della moglie. E chi hanno sposato? Certo non delle maestre d’italiano, a giudicare da come scrivono i loro fondamentali dieci comandamenti.
Ora, vista la condizione psicologica nella quale si trovano, vista l’evidenza del loro punto debole, si tratta di sottrarli alle comodità ed ai lussi della latitanza, con case in luoghi sperduti colme di sigari ed alcolici, e restituirli a tempo pieno nella disponibilità di signore che, lungi dal farsi desiderare da altri, hanno tutta l’aria d’essere temibilissime e non escluderei anche tendenzialmente manesche. Con l’arresto finisce l’era dorata degli schiticchi in campagna, con gli amici, e comincia l’inferno delle recriminazioni familiari: dov’eri mentre partorivo? hai l’alibi?

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