Idee e memoria

Ideologismi drogati

Vincenzo Sammartino, su l’Opinione di ieri, ha dedicato la sua attenzione ad un mio intervento a proposito della droga. Proibizionista io, antiproibizionista lui.

Quel che ho proposto a Pololaico, per la verità, non è di far convivere le due posizioni, ma di discuterle laicamente, ovvero senza anatemi o scomuniche. Dire che gli antiproibizionisti sono degli immorali non ha senso; dire che i proibizionisti vogliono favorire la criminalità è una minchioneria. Veniamo alle cose vere e pratiche, veniamo alla vita dei tossicodipendenti, veniamo alle droghe che circolano, veniamo all’effetto che queste hanno sulla società e discutiamone senza demagogia. Questo ho proposto. E se l’ho proposto è perché credo nella forza delle idee che sostengo.

A Vincenzo Sammartino voglio dire di stare attento a non usare ideologismi: non esiste nessun pensatore liberale sano di mente che abbia mai sostenuto la libertà di tutto, ed in quanto al danno arrecato agli altri, vorrà ammetterlo, questo non è poi così facilmente identificabile e misurabile. In ogni caso, secondo me, e secondo assai più prestigiosi pensatori, non esiste la libertà di rinunciare alla libertà. Un uomo libero non ha il diritto di ridursi in schiavitù. Ed il fatto che questo suo asservimento sia raggiunto secondo una libera volontà mi pare che richieda una più corretta definizione di “libera volontà”.

Infine, il mio amico è troppo illustre avvocato perché gli sfugga che la vita è un bene indisponibile. Per quanto la cosa possa sembrarvi assurda, un’eventuale mia rinuncia alla vita impoverirebbe e danneggerebbe tutti voi. Non ve lo aspettavate, vero?

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