Il problema della prostituzione è una cosa seria e ce ne occuperemo, anche approfittando della bella prefazione scritta da Roberta Tatafiore al libro della Wendy McElroy. Oggi ne scrivo trascinato dalle originalità di un tipo bizzarro: Oreste Benzi.
Non pago di esser finito davanti al pontefice, recandogli in visita una povera ragazza poi deceduta per Aids; non soddisfatto dell’incontro ottenuto con Berlusconi, cui di ragazze ne portò due, riuscendo anche a far prendere l’obolo; dopo aver sostenuto a gran voce la necessità di punire i clienti dell’immondo mercimonio, il Benzi ora ci dice: la colpa è anche delle signore mogli, che al sesso si dedicano poco e niente, con scarsa fantasia ed applicazione, motivo per il quale il marito, poverello, va in cerca di carne maggiormente reattiva. Affermazione che non sta, con rispetto parlando, né il cielo né in terra.
A Benzi va il merito del gran ribaltone. Una volta era la chiesa ad invitare le donne a far sesso “non per piacer mio, ma per far piacere a Dio”, mentre erano gli impuniti libertini a considerare il matrimonio “la tomba dell’amore”, ove si doveva leggere sesso alla voce amore. Il fatto è che egli ha ribaltonato il luogo comune, mica la realtà: le donne facevano sesso per piacer loro, e quelle che non lo provavano tendevano a non farlo; ed i libertini al fine si sposavano, trovando l’agognato appagamento.
Quelli che la pensano come Benzi (o, meglio, che pensano almeno una delle cose che egli dice, a scelta) non si rassegnano all’idea che se la prostituzione esiste ed è sempre esistita, evidentemente, vi sarà pure una ragione che prescinde dalla contingenza dei costumi o delle leggi, così come dall’intraprendenza delle donne, o dalla focosità dei maschietti. Se è vero che gli anni della liberazione sessuale (fine della verginità come mito, fine del sesso come disvalore, pratica diffusa del sesso prima e comunque fuori dal matrimonio) non hanno diminuito di un centesimo il giro d’affari della prostituzione, ciò dimostra che essa non è in niente correlata alla diffusione di Messaline volontarie.
Come dicevo, ce n’occuperemo, ma metto subito le mani avanti: non avendo una visione peccaminosa del sesso non penso affatto che vi sarebbero meno prostitute a spasso se ce ne fossero di più a casa. E se una donna diventa un “pezzo di pietra”, caro Benzi, che il di lei marito vada a sfogare altrove la sua pietrosa virilità mi pare il minore dei problemi, benché il massimo della tristezza.