Idee e memoria

L’inconciliabilità delle religioni e lo Stato laico

Joseph Ratzinger svolge un ragionamento interessante, che ci aiuta ad apprezzare il valore di una grande conquista occidentale, lo Stato laico. Prima, a Monaco di Baviera, ha avvertito che le moltitudini asiatiche ed africane, non solo musulmane, non vedono una minaccia “nella fede cristiana, ma invece nel disprezzo di Dio e nel cinismo che considera il dileggio del sacro un diritto alla libertà”.

Qualcuno vi aveva visto una strizzata d’occhio all’Islam, il che sembrava un po’ azzardato se si pensa come i fondamentalisti chiamano gli occidentali, “crociati”, e se si pone mente al fatto che il Paese vissuto con maggiore ostilità, gli Stati Uniti, non fa che porre continuamente l’accento sulla fede ed il suo presidente non fa che invocare la divina protezione e benedizione. Poi, a Ratisbona, non solo ha condannato ogni forma di “guerra santa” non solo ha ripudiato la violenza quale sistema utile ad ottenere la conversione, ma ha aggiunto che il fondamentalismo islamico bestemmia la divinità ed anche Maometto. Il che non sembra destinato a smorzare l’odio dei destinatari.

Quando era custode della dottrina e della fede, lo stesso Ratzinger non apprezzò l’ecumenismo di Wojtyla e l’appuntamento interreligioso di Assisi. A Monaco ne ha recuperato la parte più ovvia, quella che sarebbe strano non trovare nell’animo di un religioso, ovvero l’affermazione dell’indispensabilità della fede. Subito dopo ha opportunamente tracciato il confine oltre il quale la fede diventa delirio, fino a negare se stessa. Tutto questo senza che nessuno possa, da uomo di fede, sciogliere il nodo di fondo, ovvero la inconciliabilità delle tre religioni monoteiste, e la loro incompatibilità con gli altri culti.

La convivenza è, però, non solo possibile, ma anche uno dei nostri più profondi auspici. Come? In quella forma statuale che ha impareggiabilmente conciliato il bisogno di spiritualità con l’accettazione della diversità. La convivenza è possibile grazie allo Stato laico, che non è uno Stato ateo (negante il divino), né uno Stato confessionale (legato ad una chiesa). L’indipendenza fra l’aspirazione al sacro e la politica che governa gli interessi, i sentimenti e le idealità, è la grande conquista del nostro mondo. E’ ciò che lo rende migliore.

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