Un bambino di dieci anni, sfidando le correnti e le meduse, ha attraversato a nuoto lo stretto di Messina. Ha impiegato cinquantacinque minuti, quindi un tempo assolutamente competitivo con quello dei traghetti.
L’impresa non è un programma di governo, ma pur sempre una ragionevole risposta alla tragicommedia che ha ad oggetto il ponte, quella grande opera su cui il bimbo potrebbe correre, anziché nuotare.
Il ponte non si farà, perché così ha deciso il governo. Sempre il governo aveva deciso il contrario, presentando la grande opera come un rilancio degli investimenti ed un passaggio epocale. Si tratta, lo so, di due governi diversi, di diverso orientamento politico, ma è proprio questo che colpisce. Un’opera come il ponte sullo stretto richiede anni per essere realizzata, ed un tempo lungo anche solo per essere progettata e finanziata. Se il cambio di una maggioranza parlamentare può significare, come ha significato, un’inversione di rotta, quale mai può essere l’affidabilità del sistema Italia quando si tratta d’impegni a medio-lunga scadenza, comunque oltre la durata di una legislatura? E’ naturale che ciascun governo abbia un programma, ed è comprensibile che non siano del tutto uguali, ma non è naturale questo immediato impegno a smontare quel che i predecessori hanno fatto, perché, in questo modo, le energie d’inizio legislatura vengono spese, in buona parte, più a demolire che a costruire.
In questo specifico caso, va detto, non c’è nulla da demolire, dal punto di vista fisico, perché il ponte era rimasto nei disegni e nei servizi giornalistici, laddove vive fin dai tempi di Amintore Fanfani. Ma l’Italia aveva allertato le multinazionali che a quell’opera potevano collaborare, ha mostrato di voler fare, ed ha poi fatto macchina indietro. Purtroppo non si tratta solo del ponte, perché analoga sorte hanno subito altre opere, annunciate e mai neanche avviate. Di questi lavori a noi tutti restano solo le polemiche, gli scontri, talora le proteste di piazza. Tutta roba che rende vivace la democrazia, ma non producono un soldo.
Comunque, la via è tracciata: cuffia, occhialini, crema per la pelle, e via a nuoto. Ci riescono anche i bambini.