Idee e memoria

L’orgia e la giustizia

Sono le cose discutibili a tornare utili per i buoni esempi. Raggiungere l’orgasmo dando e prendendo frustate sulle terga non è reato, ma neanche una di quelle cose che si raccontano agli amici la sera di Natale. Farlo con cinque prostitute denota anche una certa propensione a dilapidare. Far durare la cosa un paio d’ore, comprendendovi un processo che giustifichi la pena, evidenzia una buona tenuta della concentrazione. Addobbare le nude collaboratrici dividendole in aguzzine simil-nazi e vittime con maglie a strisce, segnala una fantasia preoccupante, talché non si sa cosa si debba immaginare per deprimersi. Con l’aggravante che il protagonista è anche figlio del fondatore del partito fascista inglese.

Ma tutto questo nulla toglie al fatto che sono privati affari del signor Max Mosley. E’ lui il danneggiato, tant’è che chi, come me, non segue le cronache della Formula 1, è ora più facile lo riconosca da dietro che guardandolo in faccia.
Cosa c’è di buono, in tutto questo? La giustizia, quella inglese. Il settimanale News of the World, pubblicò le foto e diffuse il filmato dell’orgia alla fine del marzo scorso. Mosley ribatté che quelli erano i suoi costumi sessuali da sempre, e che la sua privacy era stata violata. Dapprima dovette far fronte alle numerose richieste che lo volevano dimissionario dall’incarico pubblico, legato alle corse automobilistiche, poi ha presentato una denuncia. Dopo quindici giorni di processo L’Alta Corte di Londra ha condannato il settimanale, edito da Murdoch, a pagare un risarcimento pari a 76 mila euro.
Ora si può discutere, e gli inglesi lo stanno facendo, su quale sia il confine fra privacy e diritto di cronaca, restando evidente che difficilmente si può essere più in privato di quando si è senza braghette, e, al contempo, il privato in sei che si picchiano ha indubbi risvolti spettacolari, ma la società tutta s’ammala se non v’è certezza nel dividere lecito ed illecito. Per questo la giustizia deve intervenire in tempi ragionevolmente brevi, sanzionando le condotte negative. Da noi questo processo si sarebbe tenuto fra tre anni e sarebbe durato non meno di sei. Il che, date le abitudini, avrebbe fatto godere Mosley, ma comporta per altri un supplizio cui ci vorremmo sottrarre tutti, non solo le alte cariche dello Stato.

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