Un lavoro dell’Eures segnala un incremento dei divorzi, fra il 1975 ed il 2005 del 66 per cento. Un dato che fa impressione, e che giornalisticamente è stato accompagnato da un forse non del tutto scientifico strillo: ogni quattro minuti una coppia scoppia. Quella sul divorzio è una legge buona e civile, che fu approvata nel 1970. Prevedeva di potere giungere allo scioglimento del matrimonio dopo cinque anni di separazione, quindi è ragionevole immaginare che i primi anni fossero meno intensi, e questo dovrebbe aiutare a spiegare un così imponente salto percentuale. Ma ci sono altri dati che inducono alla riflessione.
Intanto, nel corso dello stesso decennio, i matrimoni sono diminuiti del 32,4, e questo non c’entra nulla con il divorzio, né può essere spiegato solo con una meno affollata leva di sposini. L’età media degli sposi, poi, è passata da 26,7 anni a 33,7 per i maschi e da 25,1 a 30,6 per le femmine. Ci si sposa meno, ci si sposa più tardi e si divorzia più spesso.
Contemporaneamente l’Istat ha reso nota la nuova fotografia degli italiani: siamo giunti a 59 milioni, ma la crescita è dovuta agli immigrati, siamo il popolo più vecchio d’Europa e fra i meno prolifici. Mettete insieme tutti questi dati e ne vien fuori una non confortante immagine. Ci siamo seduti, scommettiamo sempre meno sul futuro, e mentre invecchiamo coltiviamo i capricci degli eterni adolescenti. Ogni matrimonio che salta ha le sue ragioni, ma sento un rumore di fondo, un’attitudine costante, come se nessuno possa mai rinunciare a quel che vuole, e lo vuole pure subito. L’idea di dividere la vita con un compagno e di moltiplicarla figliando ci è sempre più lontana anche perché ci è sempre più difficile rinunciare ai “propri spazi”, che sono anche nell’esclusivo uso del reddito. Per carità, non voglio trasformarmi in parroco, credo fermamente che la vita vada goduta al meglio, con ogni possibile sollazzo, e non credo che il matrimonio sia obbligatorio, ma neanche che sia una specie di gabbia, di condanna. Fin che si scherza si scherza, ma se le coppie saltano con quella facilità è segno che in molti mancano della maturità necessaria a comprendere, condividere, magari anche rinunciare a qualcosa. Tanti adolescenti attempati, magari stempiati che si trapiantano e moscette che si tirano, dimenticando che la vita è qualche cosa di diverso, e di meglio, che non una beauty farm (fattoria della bellezza, come fossimo mucche, o polli, più probabilmente).
Ci sarebbe di che esserne tristi, se non fosse che non ci manca mai il lato divertente, talora grottesco. In questo caso nella gran battaglia per il matrimonio fra omosessuali. Se poi si mettono anche loro a divorziare, allora vuol dire che è un vizio.