Chiedere di considerare reato il negazionismo è un errore. Lo è anche mettere sul conto della cattolicità le castronerie dette da tal Richard Williamson, in arte vescovo ricomunicando. Si deve stare attenti a non sbagliare il bersaglio delle critiche, che pure devono essere severe, od a trasformare in ritualità la memoria.
L’universo dei campi di concentramento attende ancora d’essere indagato. Non (solo) per quel che fu, ma per come e perché nacque. Dove e ad opera di chi. Tema scabroso, rispetto al quale la condanna del nazismo, pronunciata in modo scontato, ha un effetto anestetico. Può capitare che, nel tempo, sorga qualche altro imbecille a sostenere l’inesistenza dello sterminio programmato, ma mi guarderei bene dal trascinarlo davanti ad un giudice, temendo tanto il dibattimento quanto la sentenza. Lo si ricopra di pernacchie, e tanto basti. Taluni lo seguiranno? Che i simili si attirino è legge di natura. Che vadano, dove meritano. Non è irrilevante, invece, ricordare non solo lo sterminio, ma da dove giunse e cosa lo rese possibile. Non basta il nazismo, perché l’antiebraismo era fiorente nella Francia dei lumi ed i campi di sterminio li volle Lenin, quando Hitler ancora imbrattava le tele.
L’identità ebraica, rivendicata come esclusiva, creò antiche avversioni ai primi monoteisti. Da quel popolo nacque un figlio, che si presentò come incarnazione delle scritture. A credergli, si doveva considerare finito il popolo della vecchia alleanza, quello ebraico. Quel figlio, che i suoi vollero morto, non diede alcun motivo per fondare l’antiebraismo di marca religiosa, che pure prese piede, in suo falso nome. Da quella radice germogliarono diverse e vergognose malepiante. Il punto non è rimproverare ai cristiani di oggi l’antiebraismo dei secoli andati, e l’atteggiamento vaticano durante le leggi razziali è tema di storia, non di dottrina. Il punto è riconoscere l’inflorescenza puteolente, anche se sbuca altrove, ed intervenire a falciarla. Oggi l’antiebraismo maniacale e totalizzante ha attecchito nel fondamentalismo islamico. Williamson è un imbecille, ma Ahmadinejad è un criminale, come quelli che finanzia.
La memoria serve se riconosce il male e lo combatte. Difenderla per marmorizzarla e ritualizzarla offende le vittime, ed è di monumentale inutilità.