Il ministro della sanità, Umberto Veronisi, si schiera decisamnte al fianco degli scienziati che manifestano contro il ministro delle risorse agricole, Alfonso Pecorario Scanio. Non penso affatto che la scienza possa procedere incurante dei vincoli etici, ma penso anche che quella di Pecorario Scanio sia una posizione oscurantista e totalmente priva di supporti razionali. Motivo per cui sia benvenuta la protesta e sia accolta la solidarietà di Veronesi.
Solo che, come ho già avuto modo di osservare, al di là delle questioni di merito, ancora una volta i ministri di questo scassato governo si trovano fuori dalla Costituzione. Il governo della Repubblica, difatti, non è un’accozzaglia di liberi pensatori, le cui opinioni possano e debbano essere rispettate, il governo della Repubblica ha l’obbligo di un programma chiaro ed è tenuto all’unanimità delle sue espressioni politiche. Ora, è chiaro che possono ben esistere due ministri che la pensano diversamente (e lo dicono) su questioni marginali, che so: uno laziale e l’altro romanista; uno amante della montagna e l’altro del mare. Non possono esistere, invece, non hanno diritto di esistere due ministri che la pensano diversamente (e lo dicono) su questioni rilevanti ed attinenti all’attività di governo. Altrimenti, quello che compongono non è più un governo. Ne consegue, naturalmente, che non possa definirsi presidente del Consiglio colui il quale non è in grado di portare unità di vedute in un sì variopinto caravanserraglio.