Idee e memoria

Padri

Fortunatamente ha vinto la sinistra, fortunatamente il progresso si è affermato, fortunatamente i fantasmi del passato si sono dissolti. Amen, che bello.

Ieri diventare padre era un fatto privato. Si fumava nervosamente, fuori dalla sala parto. No, non perché si fosse in pena per la prossima madre, non perché si sentisse la magia della vita che nasce, ma perché si stava per ottenere un erede. Il nome del casato, quand’anche fosse un casino, si apprestava ad avere un futuro portatore.

Oggi diventare padre è un fatto pubblico. Non ci sono ragioni di nervosismo, si accarezza la compagna (che è tale anche se moglie, perché una compagna è una compagna, mentre una moglie è solo una moglie) attendendo la massima dilatazione e la contrazione espulsiva. Nasce una nuova vita, un nuovo grido di gioia e libertà si alza verso il cielo.

Ieri mostrarsi felici ed innamorati del pargolo, parlarne sempre ed in continuazione esaltandone la vigilanza ed il sorrisino, affermare risoluti che “mi riconosce”, era da riconosciuti coglioni.

Oggi la felicità va divisa con il pubblico, e tutti hanno diritto di sapere cosa fa quel figlio, emblema di tutti i figli e, quindi, come tutti gli altri, unico. Unicissimo. Lo si coccola e titilla davanti alle telecamere, portando sul volto quel sorriso che solo i senza cuore pensano ebete.

Ieri portare i bimbi ad un comizio politico era da profittatori e speculatori. Roba da Telefono Azzurro. ?Sti falsoni sembravano voler dire : “noi i bimbi li nutriamo, i comunisti li mangiano”.

Oggi i bimbi ruzzano felici nei cortei, anche se non è più di moda portarli in collo a vedere il Papa (lo si faceva contro la guerra a Saddam, adesso siamo per la guerra a Slobo). E’ vero, di cortei se ne fanno meno, ma accompagnarli a scuola con la macchina dello Stato è un segno di affetto paterno, mica come quelli della prima Repubblica.

Fortunatamente ha vinto la sinistra. Non me ne ero mai reso così chiaramente conto come da quando Moretti e Jovanotti hanno figliato. Ninna nanna, ninna e.

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