Idee e memoria

Papa e divorzio

Sia consentito ad un laico parlare di quel che, a proposito del divorzio, ha detto il papa. Partendo dal fatto che le sue parole sono del tutto lecite e non segnano nessuna invasione di campo.

Le parole del successore di Pietro si rivolgono, in questo caso come sempre, a due diversi indirizzi: da una parte la cattolicità, dall’altra il mondo da evangelizzare. I cattolici, in quanto tali, quindi in quanto non cristiani protestanti, riconoscono nel papa la loro guida spirituale ed il loro infallibile punto di riferimento. Si tratta, naturalmente, di un riconoscimento che viene solo da loro, dai cattolici, mentre tutti gli altri, a seconda dei temi e delle circostanze, possono ascoltare le parole del pontefice come frutto di saggezza o come figlie di una visione non condivisibile del mondo. I cattolici no, per loro quelle parole sono la fede stessa.

Il cattolicesimo italiano si è fatto un po’ troppo relativista, si è abituato a dire: sì, questo è quel che dice la nostra fede, questo quel che vuole il nostro papa, ma noi acconciamo in modo diverso la vita, giungiamo a patti con la realtà. Da qui, per restare in tema, le diverse dichiarazioni di cattolici famosi e praticanti che, dopo aver divorziato ed essersi risposati civilmente, affermano di condividere il pensiero papale e di soffrire la loro condizione. Ecco, al cattolicesimo italiano, qualche volta, manca il senso della misura, specie quando s’impasta ipocrisia.

Ma il papa, appunto, non si rivolge solo a loro, bensì anche al resto dell’umanità, seguendo la missione evangelizzatrice che è parte consustanziale del trono vaticano. Forse la stragrande maggioranza degli italiani, che affermano di non condividere le sue parole in tema di divorzio, non se ne rendono conto, ma essi, fra i quali anche noi, restituiscono all’Italia la caratteristica di terra da evangelizzare, facendola terra di missione al pari di altri mondi più lontani dalle mura vaticane.

Noi laici, che non riconosciamo nel papa né una guida né un capo, ascoltiamo le sue parole con il massimo rispetto e, per il caso di cui ci occupiamo, sembra, con assai maggiore comprensione dei suoi stravaganti fedeli. Certo, il papa ha ragione, il divorzio è un dramma. Lo è non perché lo sposarsi sia un sacramento (dal nostro punto di vista, ovviamente), né perché comporta un qualche disagio per le due persone che pensarono di vivere per sempre assieme ed invece scoprono di non sopportarsi, no, il dramma c’è ed è dei figli, quando ci sono (che, se non ci sono, la parola dramma mi sembra del tutto mal utilizzata).

Il fatto è che la legge sul divorzio esiste anche per evitare che i figli siano costretti a vivere in una casa in cui l’odio e l’insofferenza siano i sentimenti più diffusi; anche per evitare che alla brutalità delle carte processuali si sostituisca la violenza di una convivenza forzata e non tollerata. Rifletta, su questo, il papa. E se noi siamo pronti a convenire con lui sul fatto che sarebbe bello vivere in un mondo popolato da gente buona e ragionevole, egli ci dica se conviene con noi nel ritenere necessario diminuire le sofferenze derivanti da troppo poca bontà o ragionevolezza.

Nel frattempo, se non gli è di troppo incomodo, chiuda la Rota, che fu sacra, ma serve sempre alla stessa cosa.

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