Padoa Schioppa invoca il rispetto per la magistratura, la Guardia di Finanza ed i poteri del governo. Peccato che sia lui non rispettare il diritto ed il buon senso, cacciandosi in un vicolo cieco, dove trascina l’intero governo della Repubblica. Lo scandalo non è che il governo perda delle cause amministrative, è il come ed il perché a far rabbrividire.
Non è scritto in nessuna legge che il comandante di una forza armata debba essere un uomo di fiducia del governo. Non so da dove nasca questa teoria da fascistelli (ripresa con zelo dai conformisti), ma nel nostro ordinamento è vero il contrario e gli incarichi di comando non sono equiparabili alle nomine di gabinetto. Non sono persone di fiducia neanche quelle inserite nei consigli di società per azioni, e che il governo continui a prendere schiaffi sul tema è segno che c’è qualcosa di gravemente guasto. Non basta, il peggio deve arrivare: i giornali che tentano di reggere l’insostenibile tesi ministeriale mettono in luce che quel generale della GdF se la spassava con elicotteri ed aerei di Stato, giungendo a farsi recapitare spigole fresche sulla neve. Potevamo, chiedono, tenerci una persona simile a capo di chi dovrebbe controllare la morale altrui? Se le cose stanno in quel modo la risposta è: no, non potevamo, andava destituito. Ma doveva essere allontanato e denunciato per peculato, si doveva far valere il diritto e non la legge dell’omertà e del ricatto. Invece il governo lo ha mandato a fare il magistrato alla Corte dei Conti, che è sì un ente inutile e mal abitato, ma piazzarci uno che ci s’appresta ad indicare come malfattore contabile è forse troppo.
Questa miserabile storia potrebbe essere una pagina solo grottesca, se, invece, non fosse la dimostrazione di quanto si sia smarrito il senso dello Stato e delle istituzioni. Abbiamo governi composti da ministri che si detestano fra di loro, ma pretendono d’avere persone di fiducia a fare i generali. E allora perché non a presiedere la cassazione, la corte costituzionale, la procura generale e poi quelle locali, ed i tribunali? Già si spartiscono i primari ospedalieri ed i responsabili dei servizi essenziali, dai trasporti all’energia. Disonoriamo la legge, offendiamo lo Stato, e chiamando “democrazia” questo degrado le assicuriamo un duraturo rispetto.