Idee e memoria

Popper e l’antiproibizionismo

Che ad Alessandro Lozzi la doroga ricordi la gioventù è già di per sé significativo. Io coltivo la passione anche andando incontro alla senilità.

Ed essendo la mia memoria meno legata al decadentismo degli anni che passano e più ai fatti, i liberali me li ricordo esattamente sulle posizioni che ancora oggi sostengo: a difendere la legalizzazione della droga, allora, a parte i radicali c’erano i figgicciotti di D’Alema, trascinati da quel discolaccio di Mentana, prima che Craxi giungesse a dettare una linea sana e giusta.

Pensavo allora e penso oggi che con la droga non si debba convivere, il che, non volendo essere un’istigazione al suicidio è l’evidente proposito di battere la cultura che tale convivenza propizia. Tanto per fare un esempio: se lo Stato distribuisce il metadone, e lo fa con lo stesso costume degli spacciatori, vale a dire senza alcun serio tentativo di disintossicare gli intossicati, ebbene, in questo modo favorisce la convivenza con la droga. Condannavamo e condanno tale comportamento.

L’idea che l’intervento sanitario possa essere coatto scandalizza il buon Lozzi, il quale, però, per scandalizzarsi deve necessariamente dimenticare le altre, numerose e giuste leggi che prevedono il coatto trattamento sanitario. Forse converrà ricordargli che il fondamento di diritto sta nel fatto che la vita non è un bene disponibile. Il che, a scanso d’ulteriori confusioni, nulla ha a che vedere con lo Stato etico. In quanto a John Stuart Mill, utilizzai le sue riflessioni per introdurre un libro sulla droga. Il fatto che nessuno legga quel che scrivo favorisce la fortunata circostanza di potere scriverlo da capo.

Torna utile una citazione di Karl Popper (non certo un epigono dello Stato Etico): “E’ chiaro scrive Popper – che secondo il principio di Mill qualsiasi persona capace di intendere e di volere (che sia quattordicenne…ventenne o ventunenne non importa) ha assoluto diritto di rivonarsi liberamente con l’uso delle droghe e che lo Stato non gli può togliere questo diritto. Ma lo Stato non è forse obboligato ad impedire ad altri di creare una situazione così terribilmente pericolosa? Perciò lo Stato non è forse obbligato, proprio come fa adesso, a proibire la vendita di droghe, e anche con le più dure punizioni?”

Essendo io un laico positivista credo che il principale motivo per cui Popper poté in questo modo riflettere sulle parole di un maestro, come Mill, risieda nel fatto che Popper è vissuto in anni in cui la diffusione massiva delle droghe ha posto un problema prima sconosciuto.

Condividi questo articolo