Idee e memoria

Proteggere le spie

Negli Usa, il presidente assicura l’immunità agli agenti della Cia, li sottrae al giudice, e pubblica le carte relative ai maltrattamenti dei prigionieri. Protegge gli uomini e svela i fatti. In Italia, per evitare che i nostri agenti finiscano condannati, due governi (Prodi e Berlusconi) oppongono il segreto di Stato sui fatti, non avendo altro modo per proteggere gli uomini.

In tutti e due i casi si fa valere un giusto principio: la giustizia non può contestare la responsabilità penale a chi ha agito in strutture legali e per l’interesse nazionale, ma, se errori ci sono stati, di questo risponde il governo, ovvero la politica. Il giudice, in questo caso, non sarà un funzionario dello Stato, ma la sovranità dei cittadini.
Mentre nel caso statunitense, però, il presidente si assume la responsabilità dell’immunità, ma apre l’accesso alla documentazione, in questo modo affrontando subito il problema, da noi il governo sbarra quell’accesso, innescando così un pazzesco circolo vizioso, per cui, fra anni, ancora parleremo di verità nascoste, depistaggi e servizi che, naturalmente, saranno “deviati”. I fatti, invece, sono assai meno complessi di quel che si suppone.
Le “torture” statunitensi ci furono. Che abbiano dileggiato e colpevolmente umiliato degli islamici, secondo i quali noi infedeli saremmo essere inferiori, è sicuro. Purtroppo. E ci ripugna. Però, non prendiamoci in giro: dal carcere di Guantanamo c’era un detenuto che telefonava ad una televisione, lamentandosi, ed uno dei carcerieri, presunti aguzzini, è stato, dai detenuti, converto all’Islam. Alla faccia della durezza! Torture fisiche? Leggo, sulla stampa internazionale: a. alimenti liquidi; b. nudità; c. schiaffi; d. privazione del sonno. E, fin qui, non sanno cosa si mangia a Regina Coeli, che anche qui ci sono celle dove si mette la gente nuda, che di schiaffi ne danno una sporta e che le luci non si spengono la notte. Schifo sì, tortura no. La simulazione d’annegamento è una tortura, questo è certo, ma le torri gemelle sono cadute in modo non simulato. Attenti a non confondere un atto di guerra con uno scippo.
Noi, invece, processiamo gli agenti che hanno collaborato ad allontanare, contro la sua volontà, un fondamentalista islamico, che predicava odio. Vorrei la loro impunità, come ha fatto Obama.

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