Evocare la crocifissione è un tantinello esagerato, e volerlo santo è leggermente prematuro. A me basterebbe parlare del sacerdote Piero Gelmini per quel che ha fatto e fa, senza inquinare la faccenda con accuse che mi paiono prive di rilievo penale, ancor prima d’essere destituite di fondamento reale. A montare il caso, questa volta, non è il protagonismo di un magistrato, ma il vuoto agostano e la mescolanza pruriginosa di sesso, droga e tonaca.
Sesso: accusare di molestie chi ti accoglie in casa e ti ama anche se sei un rifiuto, un tossico ed un delinquente, è la cosa più facile e vigliacca del mondo. Se l’accusa arriva da chi è stato buttato fuori perde anche di verosimiglianza (fosse vero, si sarebbero evitate rotture, fosse vero che quelli che restano “ci stanno” sarebbe stato impossibile tenerlo segreto). Droga: in un mondo nel quale scorre a fiumi, dove il governo aumenta le dosi e non si ha il coraggio di dire che l’unica libertà è liberarsi dalla droga, le comunità sono bestemmie che testimoniano il fallimento di molti, genitori compresi, ed il rigore necessario per cambiare. Tonaca: i doveri di un religioso sono tali nei confronti della sua chiesa, e davanti ai suoi fedeli, per il resto si tratta di cittadini con eguali diritti e doveri. La mia solidarietà va al cittadino Gelmini.
Ho vissuto, e raccontato, la lunga, dolorosa e forsennata vicenda giudiziaria di Vincenzo Muccioli. Conosco la ferocia degli attacchi mossi a chi svela la cattiva coscienza altrui, e conosco l’insidia della raffigurazione quali santi o santoni. Vincenzo è stato un giusto. Un benefattore. Un uomo. Si tentò di distruggerlo per annientare quel che aveva realizzato, ed alla fine era consapevole che la sua morte avrebbe semplificato la vita della sua creatura. Il dolore di allora si rinnova ogni volta che ci penso, e non faccio che pensarci.
Oggi Gelmini è più anziano del Vincenzo che ci lasciò. Ha diritto lui ed abbiamo diritto noi a che questa faccenda si concluda in fretta e nella sede giudiziaria. Disonorare i giusti porta male a tutti, e nessuno deve morire per mettere il bene fatto al riparo dal male che subisce. Lui perdoni, cristianamente, chi lo ha denunciato, noi vorremmo una cosa più terrena, che abbia a che vedere con la giustizia e che giunga in tempi non oltraggiosi.