Obama e McCain, candidati alla presidenza degli Stati Uniti, sono nel mirino dei media, accusati di essersene fregati di parenti in rovina. Il primo ha un fratello, George Hussein, che vive in una baracca, alla periferia di Nairobi. Non è un bel posto, e nemmeno una bella posizione, c’è poco da dire. Ma è anche vero che il loro padre (le madri sono diverse) ha abbandonato entrambe, senza far troppe discriminazioni. Il caso del candidato repubblicano è meno significativo,
direi esagerato, perché in quel caso si tratta della sorella di sua moglie: Cindy è sempre indicata come molto ricca e figlia unica di un padre da cui ha ereditato una fortuna, mentre il signore aveva già una figlia, da altra donna, che ha praticamente disconosciuto. Insomma, si può eleggere presidente una persona capace di abbandonare i propri cari (si fa per dire) al loro destino?
Il tema è ben posto, non irrilevante. Riguarda il carattere e la generosità di persone cui si affiderà la sorte del Paese. Fa un po’ sorridere, però, se letto con gli occhi di un italiano. Da noi non solo non si abbandonano i fratelli, ma si sistemano intere casate. Ed a nutrire tali sentimenti familiari non sono solo i politici, mettendo tutto in conto alle aziende statali, quindi alla collettività, ma intere categorie professionali, come i professori universitari, i medici, i notai e così via. Spesso si sente rimproverare il familismo alla classe politica, ed è giusto contestarla, ma capita che i giudizi più duri siano sulla bocca di chi fa o farebbe altrettanto. Se un parente, od un amico, si trova in difficoltà e lo si soccorre di tasca propria, dividendo con lui il proprio benessere e non i soldi altrui, si fa cosa giusta, ma se si interpreta la propria posizione di potere (nel pubblico o nel privato) quale strumento per sistemare tutti, allora si fa cosa sbagliata e si fa regredire tutti al corporativismo medioevale.
Gli statunitensi fanno bene ad interrogarsi su che razza di persone si accingono a votare. Noi faremmo bene a chiederci quanto diavolo ci costa un sistema in cui tutti sperano di approfittare, salvo parlar male di quelli che ci sono riusciti. Gli americani possono chiedersi fino a che punto è doveroso aiutare un fratello, noi già manteniamo i cugini, umiliando il merito ed impoverendoci tutti.