Idee e memoria

Solgenitsyn ed i bugiardi

Si può essere ipocriti e bugiardi per vergogna. Le cose che ho letto, il modo in cui è stata data la notizia della morte di Aleksandr Solgenitsyn, dimostrano che la sinistra italiana attende ancora chi la liberi dall’orrore di se stessa, dalla vergogna che ciascuno sente per quel che è stato. I giornali sono, per la gran parte, scritti da ex militanti del comunismo all’amatriciana, antichi corteanti dal pugno chiuso che cedettero d’essere superiori perché comunisti, e che oggi ancora si sentono superiori, per l’esserlo stati.

Arricchiti, senza mai aver provato povertà che non sia d’animo, carrieristi che detestano la carriera perché seduti in cima fin dall’inizio, oggi fanno strillare ai fogli che dirigono: morto l’uomo che svelò al mondo il Gulag. Ma quando mai!
Il sistema dei lager sovietici nasce con Lenin, e lo sapevano tutti. In occidente lo scrissero i saggisti ed i romanzieri, salvo essere tutti diffamati e tacciati di tradimento dalla poderosa macchina culturale comunista, pagata con soldi sporchi di sangue. I lager sovietici nascono prima di quelli nazisti, senza che questo tolga nulla all’umano orrore di questi ultimi. Non usarono il gas per lo sterminio di massa, è vero: sarebbe stato sprecato, nel gelo della Siberia. Non s’indirizzarono alla cancellazione di una sola razza, è vero: il nemico era l’umanità tutta, se non piegata ai voleri della dittatura. Solgenitsyn (come altri) ebbe il merito di non morire nel lager e la forza di raccontarlo con lucidità. Noi già lo sapevamo, e vedemmo questo nazionalista russo massacrato non dai comunisti lì al potere, ma dai nostri, come da quelli francesi, come dagli altri servi di quel gran merdaio. Sono gli stessi che, oggi, pretendono di darci lezioni, e pretendono anche di riscrivere la storia, per assolvere se stessi dall’avere ignorato quelle urla.
Non è questione da spendersi nella polemica spicciola, affibbiando l’epiteto di “comunista” a qualsiasi tesi di sinistra. Al contrario, è la sinistra che deve liberarsi da un tale peso del passato, che vive nel presente perché ancora dominano i capi che si batterono contro le più elementari libertà. A chi non creda che la questione sia attuale, ricordo un solo dato: Solgenitsyn, il premio nobel, è morto senza trovare un editore per i suoi ultimi lavori. E’ chiaro?

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