Idee e memoria

Spose, vedove e single

Qualche volta è divertende osservare il modo in cui le notizie vengono presentate e digerite. Non un sondaggio, ma un censimento statunitense indica che il numero di donne che vivono da sole ha superato quello di quelle sposate. Da qui in poi comincia la tiritera sulle donne moderne, finalmente liberatesi dalla schiavitù matrimoniale. Ma se dai titoli si passa ai numeri, ecco che le cose appaiono sotto una luce diversa.

Fra gli americani la percentuale di maschi che non si sono mai sposati (31) è superiore a quella delle femmine (25). Fin qui, pertanto, sembrano più che altro i primi ad essersi liberati. Poi, però, si scopre che i maschi sposati e conviventi sono più numerosi delle donne nella stessa condizione. Come è possibile? La risposta è triste: perché i maschi muoiono prima (non so se a causa del matrimonio stesso). In Italia, tanto per parlare anche di noi, i vedovi sono 697.226, le vedove 3.826.586. E’ evidente che mano a mano che l’età media della popolazione cresce, crescono anche le vedove. Se questo dato lo si usasse per ragionare di pensioni, sarebbe fin troppo facile dimostrare che consentire alle donne di andare in pensione più giovani degli uomini è un non senso, oltre che un pessimo affare.

Tornando al censimento statunitense, risulta piuttosto bassa la percentuale di quelli che vivono da soli dopo essersi separati o divorziati, il che sembrerebbe non far tornare i conti, visto che una coppia su due va incontro a tale prospettiva. C’è un solo modo per farli tornare: chi divorzia poi si risposa. Il che, però, denota un’eccessiva voglia di matrimonio, piuttosto che una sua mancanza. Infine, fra quanti risultano mai sposati non è dato sapere quanti sono i conviventi, cioè quanti effettivamente scelgono di non sposarsi, ma non per questo di vivere da soli. Intanto dalla Francia giunge la notizia che politiche di favore per la famiglia fanno aumentare la natalità. Come non era difficile prevedere, alla faccia dei luoghi comuni sui perché nascono meno bambini.

Tirate le somme, quindi, ne trarrei due conclusioni: a. il dato è meno eclatante di quel che si vuol far credere, mentre è da salutarsi con soddisfazione l’abbandono del matrimonio come unica e obbligatoria forma di unione; b. se si considerano “liberate” le donne non sposate, non vedo perché ci si debba accanire contro gli omosessuali.

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