Idee e memoria

Tempeste d’ipocrisia

Il perfetto intellettuale italiano: ignorante, conformista, orecchiante, moralista per le cose altrui e presuntuosamente panciafichista per le proprie. Nonché il perfetto autore della Mondadori, casa editrice grande, potente, ricca, capace di alimentare la cultura non troppo pensata, le tesi non difficili, i pensieri non ruvidi. Gli uni meritano gli altri, così la Mondadori pubblica preferibilmente quelli che snobisticamente sputano addosso non solo al loro editore, ma al sistema commerciale che rende forte la casa editrice e pingui i loro guadagni, e gli autori Mondadori s’interrogano, dalle colonne di un altro editore, su quanto possa fare schifo gente che, pare, si dice, ho letto, m’hanno detto, non paga le tasse. Con che coraggio, si domanda Vito Mancuso, dalle colonne de La Repubblica, posso continuare a pubblicare con Mondadori? Già, con che coraggio la Mondadori pubblica libri di uno che sputa nel piatto in cui mangia senza neanche aver perso tempo a informasi su ciò di cui parla? Dice di avere, il povero Mancuso, la “coscienza in tempesta”. Poverello. Dice che proprio non riesce a capire come tanti suoi amichetti mondadoriani non sentano eguale travaglio. E aggiunge che spera tanto qualcuno, dalla casa di Segrate, sappia rispondere ai rilievi posti dall’articolo (pubblicato il giorno prima) da Massimo Giannini, che illustrava il provvedimento di legge che consentirà a Mondadori di pagare meno tasse di quante gliene sono state contestate. Lo spera, il Mancuso, perché lui, di suo, non sa, non è capace, non ha tempo, non ha voglia di studiare e capire. Aspetta che qualcuno gli fornista la verità in cui assopirsi. Meglio ancora se pagato. L’ignoranza rilegata, l’inconsistenza propagandata, la disinformazione da bancone. Il tutto condito con l’accomodarsi alle idee più facili, il seguire la corrente, il lasciarsi omologare dal moralismo senza etica. Questa è la roba che Mondadori ha prodotto, ed è quindi giusto che le ritorni in faccia, come un foglio sporco gettato via controvento. Hanno allevato un gregge di politicamente corretti, è naturale che quelli seguano la dottrina che li ha resi ricchi e famosi. Certo, pensate le risate se questa gente dovesse interrogarsi sui rapporti con il fisco dell’editore grazie al quale hanno appena finito di pubblicare le loro indignazioni intruppate. Pensate che ridere se avessero quel minimo di conoscenza del mondo e delle cose da sapere che la carta sulla quale sono stampate (come anche questa che contiene i miei articoli) non è pagata da Babbo Natale, ma dai soldi raccolti presso quelli che le tasse le pagano. E chi glielo spiega, a questi letterati che non leggono, che i capi politici dell’opposizione all’odiato editore (Silvio Berlusconi) sono, a loro volta, autori della Mondadori? In fondo, a pensarci bene, queste coscienze incoscienti sono la continuazione di quella genia intellettuale che non solo prese, ma direttamente chiese sussidi al fascismo, salvo poi scoprirsi comunista. Mentre c’era un’Italia seria, colta, coraggiosa e con la schiena dritta, che dal fascismo prese le botte e dai comunisti il dileggio della cultura vincente. Mi correggo, scusate, nel paragone ci sono due esagerazioni: questa gente non è certo paragonabile a Norberto Bobbio, e i soldi che intascano non sono paragonabili ai sussidi e favori di regime. Dal paragone, difatti, i contemporanei ne uscirebbero eccessivamente onorati. Suppongo che, per tale distinta intellighenzia, sia da considerarsi oltraggioso un diverso metro di giudizio, capace di misurare gli autori non dal marchio commerciale che li adotta, ma dalla quantità di castronerie che riescono a mettere in pagina.

Condividi questo articolo