Idee e memoria

Un fischio al non governo

Mercoledì parte il primo Eurostar che collegherà Londra a Parigi in due ore e quindici minuti. A parte tutte le considerazioni simboliche sull’ulteriore legame (del resto oramai solido) fra gli inglesi ed il resto d’Europa, sta di fatto che si concludono con successo lavori durati molti anni, naturalmente costosi, ma che oggi segnano un’ulteriore vittoria del treno ad alta velocità.

Da ragazzo, forte dell’esperienza di viaggiatore fra la Sicilia ed il continente, presi il treno a Londra, per andare a Parigi, comperando un biglietto di seconda classe e disponendomi a dormire sul sedile, tanto, mi dicevo, il treno entra dentro il traghetto ed arriva domani mattina. Errore: il treno non entrava da nessuna parte, si doveva scendere e prendere il traghetto, talché se stavi sotto coperta dovevi fare i conti con l’assenza di dogana e la vendita a fiumi di birra (con relativi bevitori chiassosi, rumorosi e non esattamente profumati), e se andavi sul ponte dormivi all’agghiaccio, nonostante fosse estate. Del tutto non attrezzato scelsi la seconda possibilità.
Mercoledì il mio errore di allora diventa realtà: dal treno non si scende. Neanche ci si dorme, semmai sonnecchia, vista la velocità. Se devo andare in Sicilia, però, le condizioni di viaggio sono sempre le stesse, semmai peggiorate, il che non riporta me alla gioventù, ma segna l’intollerabile invecchiamento dei trasporti italiani.
L’alta velocità è un’incompiuta. Il ponte sullo stretto resta una barzelletta. Gli aerei si fermano di tanto in tanto. Le autostrade sono un’opinione, del resto affollata. Il treno funziona solo su alcune direttrici, mentre è un azzardo utilizzarlo nell’interno o nell’andare a costa a costa. Così il Paese europeo a più vasta vocazione turistica non sa far viaggiare né i propri pendolari né i propri ospiti. Massacra i propri cittadini e lascia intendere ai turisti che le Maldive sono più vicine della Puglia.
Mercoledì, quando un fischio darà il via alla corsa dell’Eurostar inglese, noi sapremo con più precisione quanto ci costa questa lunga, interminabile ed estenuante stagione di non governo.

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