Il velo di Fatima aveva indotto alcuni genitori a non volerla nell’asilo dei figli. Il rifiuto ha provocato la reazione solidale, con Fatima, del ministro degli Interni (Forza Italia), del sindaco (Democratici di Sinistra), di quasi tutta la stampa, innalzando la bandiera della tolleranza.
Contro il velo di Fatima, invece, ha preso la parola una donna come Margherita Boniver, che nei panni dell’integralista, razzista e maschilista ce la vedo male. Forse è il caso di riflettere, su quel velo.
La donna, ma forse sarebbe meglio dire “la femmina”, si vela di bianco. Il velo bianco è segno di purezza ed innocenza. Due qualità che stanno a dire che non è ancora stata penetrata da un maschio. Così velata viene portata al braccio da un maschio adulto, che ne possiede la disponibilità e, accompagnandola, lo mostra a tutti: è il padre. Alla fine del tragitto, breve ma significativo, il maschio adulto solleva il velo che copre il volto della donna, la bacia, poi la offre ad un maschio giovane, che si appresta a conquistare il diritto di toglierle purezza ed innocenza, dischiudendole una nuova vita: è il futuro marito. E questa scena si ripete, infinite volte, innanzi agli altari cattolici, avendo a protagonisti persone comuni, normali, che non c’è bisogno di perdonare, sebbene non sappiano quel che fanno.
Ha ragione Fatima, quando dice che anche le nostre donne portavano il velo (un tempo andavano in chiesa, e si coprivano il capo all’ingresso), ma alla donna marocchina, che ha seguito il marito venendo a far le pulizie in Italia (lei, laureata, e con un buon lavoro in Marocco), che lo ha fatto perché il Corano lo impone, e che oggi ha perso il marito, perché il Corano lo consente, sfugge un significativo particolare.
Le nostre molte spose che giungono in chiesa velate di bianco, porgendo al padre il braccio, hanno smesso di essere vergini da lustri. Nulla di strano, va bene così. Il padre scopre loro il volto e le bacia più commosso per veder la figlia cresciuta che compiaciuto per poterla offrire al maschio che, del resto, già la prese. Il velo stesso si distingue per le sue infinite fogge, ma non si riconosce più per l’originaria funzione. Cosa significa? Significa che, da noi, nella nostra cultura, questi retaggi tribali si sono ritualizzati, così come, fra qualche giorno, mangeremo l’abbacchio senza porre mente all’agnus dei. Detto in parole più povere: ci sono gesti che fanno parte della tradizione accettata, ma non ce ne frega più niente di quel che rappresentano.
Decadenza? Ma neanche per idea! Progresso, secolarizzazione, civiltà. Quando le Fatima vengono da noi, ed io sono favorevole a che vengano, a che ci contaminino e si contaminino, hanno diritto d’accedere a quel di più che siamo riusciti a conquistare e costruire. Ma se, quando le Fatima vengono da noi, si pensa che sia libertario e tollerante tutelarne la regressione al settimo secolo dopo cristo, non è che sia Fatima, a sbagliare, ma qualcuno che, dalle nostre parti, ancora non digerisce il mondo migliore nel quale viviamo.